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ONORA IL PADRE E LA MADRE regia di Sidney Lumet

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  18/03/2008 19:03:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nerissima e lucida requisitoria del venerando Lumet che, per ragioni di cui si dovrà tener conto, sembra seguire le orme degli ultimi Cronenberg Allen e Solondz nel riflesso di un rito familiare dal sapore acre di una tragedia greca.
Gli affetti non esistono più, diventano fabbriche di illusioni, rivendicazioni e repressi codici edipici (non per nulla l'odio che riversa Andy verso il padre ricorda indirettamente i grandi drammi degli anni cinquanta, di Sirk, o più specificatamente Tony Franciosa vs. Welles in "La lunga estate calda").
Un film che non risparmia alcuna velleità e proprio per questo rischia talvolta di risultare enfatico (verso il finale) o non tener conto del liberatorio (necessario o irritante?) bisogno del cinema di adescare lo spettatore con una fumata bianca di coscienze. In questo modo la sequenza finale, che dovrebbe essere quella determinante, è troppo distaccata dal contesto emotivo.
Ma sono riserve da poco se si tiene conto della prodigiosa performance degli attori, dal memorabile Finney al sempre più repellente/invitante Seymour Hoffman, anche e nonostante la blanda caduta post televisiva del suo apologo finale.
Almeno una sequenza memorabile: Finney che legge il giornale e la macchina da presa che lo segue fino al giardino, all'esterno, dove può immortalare il suo volto. Piccoli anzi grandi trucchi del mestiere che Lumet conosce fin dal suo esordio

"Non tutti i peccati sono uguali" (cit.)
ULTRAVIOLENCE78  18/03/2008 19:30:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sirk, "La lunga estate calda"... il film "scade" troppo nel melodramma?
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  19/03/2008 22:43:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In certi punti, cmq. avevo pensato a "La lunga estate calda" esclusivamente per il rapporto padre-figlio