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CLOVERFIELD regia di Matt Reeves

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jack_torrence     5½ / 10  11/03/2011 02:44:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non è facile da giudicare.
Il film è emblematico di un momento storico e di come il cinema si rapporti ad esso.
In questo senso è un film molto significativo, e per questo il suo valore è importante.
Affermazioni queste che possono essere fatte esclusivamente per ragioni formali, per lo stile della messa in scena scelta (il finto documentario amatoriale).
E' una scelta che rispecchia l'intenzione di fare un film in soggettiva sulla paranoia della minaccia esterna, inspiegabile, che può giungere a devastare la normalità quotidiana. E' una rappresentazione praticamente testuale dell'11 settembre, che vuole essere un suo esorcismo e allo stesso tempo vuole anche liberare il cinema di genere (il disaster-movie, ambientato a New York) dal "senso di colpa iconico" in ciò che quel giorno accadde.

Ma il film è soprattutto importante per come riflette la co-responsabilità tutta interna di un'apocalisse quotidiana e costante (di quello che "non è un paese per vecchi"): lo fa inconsciamente, laddove abbinando i filmini dei momenti "sereni" alle riprese dei momenti apocalittici, parla di una coesistenza e contemporaneità dei secondi ai primi. Tuttavia, questa riflessione - inconscia - sui disastri già presenti (anche se non ci fosse e non ci fosse stata mai nessuna minaccia "esterna") rimane del tutto inconscia e inconsapevole: il film rimane la superficiale messa in scena di una del tutto inspiegabile minaccia esterna.
E tuttavia basterebbe ancora una volta l'esistenza stessa di questo film, a testimoniare di come la paranoia e lo shock profondo generati dall'11 settembre siano la prova di una remota, inconscia sensazione, da parte di tutta la società americana, che il disastro non viene da fuori, ma si è generato dentro casa. Sensazione inconscia, appunto: che solo quando mai divenisse coscienza collettiva, permetterà a quel grande Paese di affrontare i propri mali e tentare di uscirne davvero.
Invece di dar la colpa, in ultimo, al mostro di turno.

Però, ogni considerazione di questo tipo non basta a riscattare l'ovvietà della vicenda e la banalità sconcertante delle situazioni (pur se la volontà quasi metafilmica di non fare un passo più in là di Godzilla, è una scelta coraggiosa e in qualche modo coerente).
Niko.g  02/04/2011 15:55:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mannaggia... un'altra insufficienza al mio gioiellino :-)
...perché la verità è che lo ritengo tale. Forse il migliore tra i disaster-movie degli ultimi tempi. Il motivo è semplice: la straordinaria capacità realizzativa con la minima esibizione del mostro. Questo aspetto è sinonimo di classe e penso già da solo meriti una notevole considerazione.
Dal punto di vista scientifico potrebbe anche essere spiegabile una tale mostruosa minaccia ma, in questo caso, il compito del film non è di renderla esplicita, quanto piuttosto rendere partecipi di un terrore senza precedenti, con un realismo e dinamismo delle riprese tali da lasciare pochi dubbi sulle capacità tecnico-realizzative.
Inoltre, l'idea di fondo ed il relativo finale, sono tutt'altro che banali.
Rispetto al retorico e scontato Godzilla ci sono molti e molti passi in avanti...
nefilim  24/10/2011 01:44:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non sto li a leggere tutti i commenti, ma solo io mi sono accorto che lo spiegano da dove arriva il mostro?
Niko.g  22/03/2012 00:39:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vedendo il film non è immediato accorgersi di ciò che accade in quella frazione di secondo nella scena finale. Anzi, direi che è quasi impossibile. Quei fotogrammi hanno più lo scopo di creare mistero o depistaggio o il meglio noto viral marketing...

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