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IRINA PALM regia di Sam Garbarski

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Marco Iafrate     8 / 10  12/02/2008 22:13:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La tentazione, prima di commentare questo bel film, sarebbe quella di scrivere una biografia di questo incredibile fenomeno vivente che è Marianne Faithfull, mi limiterò a dire che se un regista volesse portare sul grande schermo un film-documentario sulla sua vita, di materiale ne avrebbe a iosa. Bionda, peccaminosa, bellissima, gli anni '60 l'hanno vista principessa del rock, all'apice durante la relazione sentimentale con Mick Jagger, responsabile sì della sua ascesa, ma anche della sua caduta, risucchiata dagli eccessi e dalla droga, più volte riemersa e ricaduta, ridotta a barbona, verso la fine degli anni '70, con una voce alterata dalla cocaina, ma paradossalmente più interessante, realizza uno dei suoi migliori album "Dreaming my dreams", poi ancora storie di alcool e droga, ed ora eccola affrontare un personaggio tanto inedito quanto lo è stata la sua vita, quello della nonna maggie, una vedova sessantenne, tormentata dall'angoscia e dall'impotenza di fronte alla grave malattia del piccolo nipote Holly; non sono bastati la vendita della casa e i numerosi prestiti a far migliorare le condizioni del piccolo, servono altri soldi per un ultimo tentativo di cura in Australia, dove trovare questo denaro? Maggie una sera passa davanti ad un locale a luci rosse, vi entra, ed impara il significato della parola eufemismo e cosa fanno, nel locale, le hostess.
Grandissima Marianne Faithfull a rappresentare il dolore e l'angoscia con la sua camminata stanca, gli occhi bassi, la propria figura trascurata, l'espressione del viso come ipnotizzata, anche di fronte all'avvilente pratica del suo "lavoro" non traspaiono sussulti, rabbia, sdegno, reazioni, tutto scorre composto, dosato, il fine che giustifica i mezzi, accetta ed assorbe tutto, un'epicondilite, la reazione drammatica del figlio, la derisione delle amiche, l'obiettivo è la guarigione del nipotino, di fronte alla quale anche la parola dignità perde di significato.
Molto ben curato nella sua delicatezza all'interno di un contesto scabroso ma lontano dall'essere volgare, una storia di amore assoluto, di forza di volontà e di coraggio dettati dalla disperazione. Un film dall'impatto visivo fortissimo, capace comunque di non cadere nel patetico soffermandosi troppo sulla malattia del bambino che rimane appena accennata, offrendo, al contrario, inserti ironici e divertenti (il piccolo arredo che apporta Irina Palm, per contrastare lo squallore, dentro la sua stanza di lavoro, è delizioso).
Opera intelligente e coraggiosa con la piacevole sorpresa di una protagonista che ho apprezzato tanto quando era cantante, e che come attrice mi ha fatto fare altrettanto.
strange_river  17/01/2011 23:04:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento! m'è piaciuto :D
Marco Iafrate  18/01/2011 21:51:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio cara, è un piacere ricevere i tuoi complimenti, sono contento che il film ti sia piaciuto, anche a me ha lasciato un piacevole ricordo.