caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

HEIMA regia di Sigur Ros, Dean DeBlois

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Njósnavélin     10 / 10  01/07/2009 12:41:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un viaggio coinvolgente ed intimo nelle terre fredde e desolate dell’Islanda, ad assaporare paesaggi e atmosfere che gli amanti del gruppo hanno imparato a vedere con la mente, e che finalmente possono apprezzare in immagini, accompagnate da una rivisitazione acustica delle loro migliori produzioni musicali.

Che il lavoro non sia una mera operazione commerciale lo si capisce da subito: non ci troviamo di fronte ad una raccolta di esibizioni live dell’ultimo tour in giro per il mondo, ma siamo davanti ad un documentario che rende tributo alla loro terra, principale fonte di ispirazione, dipinta secondo la loro personale visione.

Una serie di concerti improvvisati in location minimaliste ma estremamente evocative, gli aneddoti e le emozioni raccontati quasi sottovoce dai componenti del gruppo, i volti stupiti ed estasiati dei fortunati spettatori, gli scenari semplicemente mozzafiato che si susseguono , racchiudono l’anima dei Sigur Rós , della loro musica, del loro “habitat”. È evidente l’amore che lega il gruppo alla sua terra, ed è ancor più comprensibile che al termine di un lungo tour sia nata l’esigenza di ristabilire un rapporto con essa, di restituirle qualcosa. Ed ecco l’omaggio non al gruppo, o al suo successo, ma all’Islanda, alla sua bellezza algida ed inviolata.

La reinterpretazione in chiave acustica di piccoli capolavori che si ritenevano intoccabili nella loro perfezione, è inaspettatamente ancor più adatta alle immagini, ed è difficile dire se siano le immagini ad accompagnare la musica, o è la musica a farne da cornice. Si viene inevitabilmente travolti da un vortice di emozioni, diverse ma tutte intense, ed è difficile scegliere un momento culmine del film: gli scenari incantevoli che accompagnano Glósoli, l’esibizione indimenticabile di Vaka, la location di Ágætis Byrjun (con tanto di bambino che si aggira curioso tra gli strumenti!) la chiusura, da brividi, con Popplagið …

Un documentario che soddisfa ed anzi stupisce chi li segue da tempo (era difficile eguagliare e addirittura superare quanto creato in musica) , e affascina chi li ascolta per la prima volta; impossibile rimanere indifferenti a tanta bellezza.

Solo una parola:


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Freddy Krueger  10/07/2009 13:40:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, sei un grande, non so come potertelo dire!!! :-)
Bellissimo commento, condivido al massimo.
Njósnavélin  11/07/2009 15:56:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie!
E pensare che proprio un anno fa ho avuto la fortuna di poterli ascoltare dal vivo: un'esperienza davvero indescrivibile!!
Freddy Krueger  11/07/2009 23:06:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche io li ho visti dal vivo! Precisamente a Milano il 13/07/08, non mi scorderò più questa data.
Un'esperienza che rifarei subito. Che emozione, che vita... anche il temporale e la brezza fredda contribuivano alla sensazione estasiante, per fortuna senza pioggia, perciò il tempo era incredibilmente perfetto. Saeglòpur e The Death Song divini, il cantante oltremodo in forma, voce acuta angelica e ha quasi distrutto la chitarra con l'archetto da violino! :-)
Che mal di testa però alla fine...

Freddy Krueger  13/07/2009 00:08:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Volevo dire The Pop Song, quella finale! :-)
Ed era stato esattamente un anno fa... mamma...