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LA PRIGIONIERA regia di Henri-Georges Clouzot, Robert Ménégoz

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     6½ / 10  14/04/2014 18:05:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ultimo film di Clouzot, i tempi delle atmosfere noir, gialli zeppi di suspance sono materia recisa da tempo, questo è un Clouzot che ci lascia approfondendo ancor di più la psicologia malata dei suoi soggetti, protagonisti che col decorso della carriera da carnefici son diventati autolesionisti, compulsivamente attratti dal desiderio di suicidio ('La verità' 1960), recuperando una tematica cara al tanto accostato Hitchcock, il 'voyeurismo' dell'artista indotto a plasmare il corpo umano, denudarlo di ogni dignità, sodomizzarlo (in quel periodo tematica assunta anche dal nostrano Bava), la vittima persuasa dall'alone di mistero più che dal compenso economico, ne rimane attratta sentimentalmente ma non corrisposta, il suo è un masochismo per far piacere all'altrui persona, coppie aperte (siamo in piena rivoluzione sessuale), e psicologia del colore (eccede con virtuosismi farraginosi, siamo nel '68 ed è naturale accostarlo al trip di '2001').
Scevro da ogni forma di didascalia analitica sulla psiche umana, è una parabola sulla fertilità dell'amore, e cosa ti porta a fare per ottenerlo, simile alla Bardot de 'La verità' almeno in quanto a bellezza, la Wiener, non in termini di dissolutezza recitativa (non pensavo di arrivare a rimpiangere una Bardot pur brava a gestire le sue armi di seduzione ma che il più delle volte sono poste come contraltare ad una espressività lacunosa).