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L'UOMO PRIVATO regia di Emidio Greco

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JOKER1926     7 / 10  07/11/2014 20:51:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Emidio Greco non ha riscosso altisonanti encomi e lodi, si tratta di un uomo di Cinema di seconda fascia, i suoi lavori sono pochi, spesso dimenticati ed oscurati dai vari e tremendi meccanismi del sistema artistico, quasi sempre ottimo sinonimo di business. Greco è stato l'autore, negli anni novanta, de "Una storia semplice", nel suo cast figurava l'icona del grandissimo Gian Maria Volonté.
A distanza di parecchi anni troviamo la stesso regista imbattersi con un film non banale, "L'uomo privato".
Per i palati più fini la fatica del 2007 risulterà essere, globalmente, una piacevole sorpresa; in pratica "L'uomo privato" richiama altri film, o meglio, altri stili e atteggiamenti di far Cinema. Un po' (anche) per la presenza di Tommaso Ragno che rievoca, almeno nel simbolo, figure più prestigiose come quelle di Marcello Mastroianni e dell'insuperabile Alain Delon. Si respira con il nullismo e il cinismo del prodotto italiano di Emidio Greco un alone di Cinema francese, il tutto imperniato su problemi dell'individuo e sul fascino che egli stesso mette in atto nella società, fra splendori e beffe.

Il film, effettivamente, si aggrappa solennemente e in modo alquanto disperato intorno ad un nullismo che significa grande e sofisticato esercizio di stile; la trama si sbriciola subito, insomma l'impalcatura non è di quelle forti, il grosso del lavoro è mosso da un lavoro orizzontale (sceneggiatura) che va a pennellare in modo positivo protagonisti, dialoghi e silenzi. La pellicola si avvale e si costruisce su una lentezza voluta ma l'interesse - che realmente va al di la del ritmo - è sempre vivo. Il discorso qui è puramente soggettivo, perché "L'uomo privato" non regala nessuna impennata e né va a creare colpi di scena; ma si fa vedere e godere attraverso il virtuosismo del superuomo, nella parte un bellissimo e impeccabile Tommaso Ragno, e grazie ad una atmosfera di decadentismo e quindi orientata nel poetico sventola il proprio ideale.