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SWEENEY TODD: IL DIABOLICO BARBIERE DI FLEET STREET regia di Tim Burton

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Invia una mail all'autore del commento signor_kappa     10 / 10  02/03/2008 15:58:16 » Rispondi
Che cosa sia successo ai più grandi registi del mondo in questo breve scorcio di 2008 resta un mistero: si potrebbe parlare di un'epidemia depressiva o forse più semplicemente si sono un po' rotti di narrare tragedie per metafore. Perché questo film è la più spietata, dolorosa e lucida critica all'occidente che abbia mai visto; se sia un horror, un musical, un thriller, una fiaba o un ritratto sociale iperrealistico è discutibile, ma resta il fatto che il messaggio che il film dà è chiaro: TUTTO E' MALE. Per questa ragione possiamo parlare di vero e proprio manifesto del nichilismo, e a questa parola non voglio dare alcuna accezione negativa; il nichilismo è una filosofia. Non è neanche un caso che la critica all'occidente parta da Londra, mai vista così onirica e stralunata, una vera e propria fogna a cielo aperto. Molte le interpretazioni possibili della pellicola, passando dalla struttura familiare anomala (che ricorda il mio amatissimo cartone animato "Bem" di quand'ero piccolo... Mamma mia che nostalgia!) derivata dalla distruzione di una famiglia "normale" ad opera di un giudice senza scrupoli (i grandi artisti, dopo una parentesi di dubbio, sono tornati ad inveire contro i pubblici ministeri!) e un teorico paladino della giustizia e della vendetta che diventa peggiore dei mostri sociali che l'hanno generato. Ma non dimentichiamo il cannibalismo inconsapevole su cui quasi tutto il film verte. Non è che noi figli dell'occidente sopravviviamo "mangiando" il nostro prossimo? Non è che le tortine di carne servite dalla diabolica cuoca non siano altro che tutto quello che vediamo in televisione e leggiamo sui giornali, servito da diabolici cuochi a nostra insaputa? A tutti coloro che hanno apprezzato il film fino all'ultima, sconsolante inquadratura che ricorda una pietà, mando un grande saluto, e... mi raccomando, attenti a quello che mangiate.