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IL TRENO PER IL DARJEELING regia di Wes Anderson

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Njósnavélin     8½ / 10  10/08/2009 13:35:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Media decisamente bassa per un piccolo capolavoro dell’ormai riconoscibilissimo Wes Anderson: fotografia e colonna sonora estremamente curate sono ormai un marchio di fabbrica, e in questo caso, come non mai, hanno il potere di proiettarci in India, di farcene percepire suoni e odori.
Con una equilibrata commistione di dramma e commedia, Anderson ci racconta la storia di tre fratelli, completamente diversi l’uno dall’altro, ma accomunati dal bisogno di riprendere le redini delle loro esistenze.

La caratterizzazione dei protagonisti è dettagliata, ognuno ha una propria personalità, di certo un po’ bizzarra, che riesce ad emergere nei 90 minuti di pellicola, senza il bisogno di indagare più del dovuto sul loro passato. Il viaggio, come c’era da aspettarsi, è il pretesto per una crescita personale, ma a differenza dei soliti road movie, la ricerca di una nuova spiritualità viene dichiarato fin dalle prime battute. Tuttavia questa spiritualità a buon mercato cercata a tutti i costi dal fratello maggiore, e subita dagli altri due, diventa ben presto una chimera irraggiungibile,e il viaggio procede attraverso una serie di situazioni paradossali, che rivelano le stranezze dei tre protagonisti e la superficialità con la quale viene affrontato questo viaggio di “rinascita”:

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER e per la stessa ironia che pervade tutta la pellicola, soltanto nel momento in cui i tre, delusi, decidono di abbandonare l’impresa, un imprevisto diventa il pretesto che li aiuta a riflettere con una nuova maturità sui problemi che li affliggono,

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Il film è solo apparentemente spensierato, in realtà i tre protagonisti, seppur grotteschi, rispecchiano le paure e le difficoltà che un po’ tutti ci troviamo ad affrontare, ( la solitudine, le responsabilità di diventare genitori, le pene del cuore, ma soprattutto la morte di un padre e l’abbandono di una madre) e gli eccessi hanno il compito di smorzare i toni, e rendere la pellicola molto più godibile.
Con originalità, oltre che con buona tecnica, il regista riesce a girare gran parte del film negli spazi angusti di un treno, senza rinunciare alle caratteristiche che lo contraddistinguono: bellissime le carrellate, e sempre appropriati i rallenti, sottolineati da musiche sapientemente scelte ed estremamente piacevoli.

Consigliato naturalmente agli estimatori del regista (non rimarranno delusi) e a chiunque voglia ridere con intelligenza, respirando le atmosfere di una coloratissima Darjeeling.