L'ALBA DEI MORTI VIVENTI regia di Zack Snyder

JoJo     2 / 10  24/05/2004 14:44:56 » Rispondi
Talmente "vicino" al film di Romero di 20 e passa anni fa del quale molto pretenziosamente sostiene di essere il remake da rischiare il ritiro della pellicola dai botteghini per problemi di diritti d'autore, questo film finisce con suscitare nello spettatore la voglia di fare causa a Snyder ed a chi gli ha dato i soldi per avere rapinato le tasche dello spettatore medio (se Biancaneve fosse classificato come horror, certamente qualcuno sosterrebbe di essere stato spaventato dal film - quando lo vidi per la prima volta, sarà che forse non arrivavo ai 5 anni, fece paura anche a me), e per avere infangato il nome di Romero. Povero Zack Snyder, destinato a misurarsi in una lotta impari, se non altro perché al giorno d'oggi gli Stati Uniti non sfornano più tanti grandi registi, ma soprattutto tanti grandi truccatori, coreografi, e maestri delle tecnologie digitali. Difatti c'è poco da dire sul trucco degli zoombie (anche se sinceramente in certe inquadrature ricorda moltissimo il make-up di Linda Blair), ma, tra le altre cose, manca uno dei soliti cavalli di battaglia dei b-movies horror: la bellissima di turno.
Forse Snyder pensava veramente di riuscire a fare un gran filmone; al che c'è da chiedersi perché abbia partorito questo schifo (che è ancora peggio di ciò che viene partorito nel film) invece che fare tabula rasa e ricominciare daccapo. Anche perché la trama non è semplicemente piatta, ma anzi sembra che il regista si sia impegnato a fondo a renderla ancora più stupida della media (e dire che ce ne vuole).
Se si pensa che l'opera di Romero forniva anche una possibilità di fare un bel po' di ironia sanguigna sul Grande Centro Commerciale nel quale il Grande Sogno Americano pare identificarsi sempre più ogni giorno che passa, trovarsi di fronte a questo nulla assoluto risulta disarmante.
L'unica variazione sul tema rispetto al solito orrido horror è che al posto del Grande Mostro ci sono soltanto tanti onesti mangiatori d'uomini che, poveracci, oltre ad essere degli eccellenti (e mordaci) podisti, non sono altro che bersagli di improbabili tiri a segno pronti a prendersi pallottole in fronte un tanto al chilo.
Pure dal punto di vista della regia non pare proprio che Snyder si sia impegnato a fondo (forse era troppo impegnato ad elaborare le proprie varianti sul tema), ma tanto nel mare delle oscenità di cui è ricco questo film questa non è altro che una delle componenti, e forse nemmeno la più rilevante.