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LA POLIZIA ACCUSA: IL SERVIZIO SEGRETO UCCIDE regia di Sergio Martino

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Spotify     7 / 10  26/11/2018 05:32:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buon poliziottesco diretto dal bravo Sergio Martino.
Si tratta di un film che, come molti altri dell'epoca, mette in risalto il clima di grande tensione che c'era in Italia. D'altronde, nel 1975, il nostro paese era nel pieno degli anni di piombo.
In questo caso, vengono presi di mira, dal regista, i servizi segreti, più volte accusati di essere complici, o addirittura autori, di partecipare a piani sovversivi volti a destabilizzare lo stato. Scelta certamente coraggiosa, quella di Martino.
La trama, si sviluppa partendo dall'omicidio di tre anziani militari. Successivamente, viene ucciso un certo Chiarotti, e della vicenda se ne occupa il commissario Solmi. Pare che l'autrice del delitto sia una prostituta con la quale Chiarotti aveva passato la notte. Ma Solmi vuole vederci chiaro e scopre che Chiarotti stava ricattando qualcuno. Ne uscirà fuori un'intricata vicenda che vede coinvolti i più alti organi dello stato.
Martino dunque, come detto, si scaglia, in primis, contro i servizi segreti, anche se poi, come si può dedurre dal finale, incolpa anche altri, importanti, organi dello stato.
Buona la caratterizzazione dei personaggi: il "commissario Solmi" è senza dubbio un personaggio che colpisce grazie alla sua perseveranza. E' reso anche piuttosto credibile.
Il "capitano Sperlì" è un soggetto interessante. Bravissimo Martino a mascherarne la vera identità, la quale si comincerà a dedurre soltanto alla fine.
Il ritmo è buono. C'è qualche momento più lento, ma in generale il film intrattiene bene e l'indagine condotta dai protagonisti si fa via via sempre più interessante.
Ottime e piene di suspense le scene action. Martino da dimostrazione di saperci ampiamente fare con la macchina da presa, creando sequenze assolutamente vertiginose come quella dell'inseguimento tra le due macchine e la motocicletta.
Il finale è la parte migliore della pellicola. Anche qui si respira tanta tensione, Martino fa sentire come la situazione rischi di sfuggire di mano da un momento all'altro.
E' anche un epilogo molto pessimista, di chiara denuncia verso lo stato.
Buono il cast: Luc Merenda è autore di una prova di carattere. Riesce ad essere credibile, anche grazie a delle ottime espressioni.
Tomas Milian bravo come sempre. L'attore cubano ricopre, stavolta, un ruolo secondario, seppur di grande importanza.
Un po' insulso, invece, Mel Ferrer.
Buona la colonna sonora.
La fotografia non è nulla di che, molto scolorita. Forse, è un effetto voluto.
La sceneggiatura, l'ho trovata piuttosto traballante: non è tanto per la storia in se che è verosimile, quanto per delle cose che sono spiegate male, altre che vengono tralasciate per strada e altre ancora trattate con gran superficialità. Insomma, nel suo sviluppo, ho trovato lo screenplay davvero raffazzonato. Anche i dialoghi, non sono esattamente impeccabili.
Anche Martino, dal punto di vista registico, per quanto, complessivamente, giri bene la pellicola, realizza 2-3 scene davvero al limite del ridicolo, quasi ai limiti del trash.


Conclusione: un poliziottesco che da il meglio di se nella parte finale. Difatti, se non fosse stato per l'epilogo, il voto non andava oltre la sufficienza. Un'occhiata comunque, la merita, anche per capire, che clima vigeva all'epoca in Italia.