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BATMAN regia di Tim Burton

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elio91     8½ / 10  16/08/2010 00:52:55 » Rispondi
Facciamo un riepilogo: nel 1989 l'unico Batman visto al di là del fumetto era quello televisivo e ridicolo di Adam West che al tempo il pubblico riconosceva come il vero Batman,di certo non un eroe oscuro ma un personaggio colorato e buffo in un mondo in cui quando tiri un pugno l'immagine lascia il posto ad una didascalia con scritto "Pow" o,nel caso di un esplosione, "Bang".
Questo però non era lo stesso nel fumetto che tra alti e bassi aveva riacquistato la sua versione di vendicatore oscuro più serioso nonostante l'infamante e stupido libro The seduction of the innocent di tale professor Wertham,che resterà nella storia del fumetto come personaggio (reale) più odiato di sempre. A causa sua ai fumetti furono addebitate la maggior parte delle colpe della delinquenza giovanile e tale situazione portò alla nascita di una censura apposita,la famigerata Comics Code. Negli anni '50 la commisione censoria portò alla snaturazione dei supereroi e quindi Batman non era il cupo (per quegli anni) eroe che incuteva timore ma un personaggio assolutamente morale che andava a caccia di cattivoni con il suo fidato compare Robin. Nessun accenno al fatto che operasse fuori dalla legge,era un retto cittadino che si recava alle urne e aiutava il suo prossimo per dovuto dovere civico,non per un trauma terribile alle spalle.
Paradossalmente, Batman visse il suo periodo di gloria con la comica serie televisiva proprio quando tutto questo stava cambiando nel mondo fumettistico dell'uomo pipistello,con l'arrivo di un intelligente supervisore della DC comics,Schwartz,che tentò per anni di rinnovare il look e le storie del famoso supereroe. La serie televisiva durò poco ma fu un successo incredibile,rendendo l'interpretazione di West il punto di riferimento per i successivi supereroi: in pratica,se dicevi Batman non pensavi a un supereroe cupo e oscuro,quasi schizofrenico egli stesso,ma ad un pacioccone che tira pugni e fa le sue battute divertenti con Robin.
Nel fumetto Schwartz riuscì ad apportare il tanto cercato cambiamento con l'arrivo della coppia O'Neal-Adams che diedero vita al Batman definitivo. Supereroe ora più cupo e oscuro,come doveva essere.
Con gli anni,l'immagine iconica dell'uomo pipistrello venne scurclassata da quella del Superman di Reeve,primo supereroe ad essere portato con incredibile (e meritato) successo sul grande schermo. Batman invece continuava ad evolversi su carta: arrivava Frank Miller che lo reinventava tornando alle origini,rendendolo il Cavaliere oscuro che conosciamo ancora oggi. Arrivava anche Alan Moore (il più grande autore di fumetti) con The Killing Joke,capolavoro che illustrava le origini del Joker e che presupponeva una cosa che mai prima era stata mostrata tanto esplicitamente: Joker e Batman sono in realtà due facce della stessa medaglia,anzi peggio,entrambi uguali e folli ma in modo diverso. Entrambi con una vita distrutta alle spalle,uno che si rifugia nel crimine e l'altro nella giustizia. Ma se fossero tutti e due dei folli,come presuppone la risata da vecchi amici che si fanno al termine di quel capolavoro cartaceo?
Tanto inchiostro digitale per dire che il Batman portato con successo al cinema da Burton è figlio degli anni di Miller e Moore, e che la sorpresa del pubblico fu totale e clamorosa in quanto di certo non si aspettavano una visione dark e cupa,bensì colorata e piena di didascalie simil-fumetto,magari con un simpatico (e invecchiato) West ad interpretarlo. I fan cartacei erano invece ancora più esigenti,se possibile,volendo eliminare ogni rimasuglio di ridicolaggine che potesse ricordare cose che con il Cavaliere oscuro hanno poco o niente a che fare.
Quello che successe sorprese tutti.

Un progetto che entra in porto dopo anni e anni di preparativi,incertezze e rinvii richiede un regista particolare e scegliere un giovane Burton è stata la carta vincente senza ombra di dubbio. Pur arrivando da pochissimi successi più che altro sperimentali riuscì ad ottenere il lavoro, e la sua visione del mondo e dei personaggi di Gotham era esattamente quella dark (che ha già di suo,tra l'altro) e oscura dei fumetti di quegli anni.
Si sceglie un cast strano,con un comico (Keaton) nel ruolo di Bruce Wayne che scatena le ire degli appassionati e le prime pagine dei giornali. Si crea un interesse pazzesco nei confronti di questo kolossal atteso da mezzo mondo,con pubblicità dappertutto,foto rubate dal set blindatissimo,un'enormità di soldi spesi...e poi c'è lui,il vero centro dell'attenzione del film: Nicholson che interpreta il Joker (guadagnando con un contratto intelligente una montagna di soldi,tra l'altro),scelta che è scontata addirittura nelle ipotesi di un possibile film con Joker.

Il film fu un successo strepitoso,la somma incredibile di soldi spesi venne riguadagnata dopo un grandioso successo di pubblico e critica.
Il film di Burton è il migliore sul Cavaliere oscuro proprio perché è il punto di riferimento,volente o nolente,di ogni successiva trasposizione,anche di quelle più differenti e lontane di Nolan.
Gotico e violento (in relazione agli anni e a ciò che ci si aspettava),ha il difetto più grande di avere un Jack Nicholson talmente grandioso e monumentale da oscurare tutti gli altri protagonisti,compreso Batman. Keaton è più ironico che tormentato ma funziona benissimo anche lui.
Psicologicamente lontano dal reset di Nolan,ma visivamente uno spettacolo assoluto con un Burton in stato di grazia che sfrutta tutte le frecce nel suo arco: visionario,con una bella dose di humor nero,pieno di effetti speciali che ti prendono e ti trascinano in questa Gotham city tanto retrò ma fuori da ogni epoca.
Da citare anche Elfman con un tema musicale da leggenda.

Un circo di spettacolo visivo e con un supereroe che così non si era mai visto. Senza fare paragoni,perché per me è inutile in questo caso,ha dato il via ai moderni film di supereroi che però raramente ne hanno la classe e l'originalità.