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LILI MARLENE regia di Rainer Werner Fassbinder

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Niko.g     5½ / 10  16/06/2015 12:50:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Zurigo 1938. Sette anni prima della fine della seconda guerra mondiale, in questa tranquilla città svizzera, ebbe inizio la storia di una canzone che conquistò il mondo: Lili Marleen. La canzone forse più famosa di qualsiasi altra che sia mai stata suonata e cantata prima o dopo di allora".

E' l'incipit di questo controverso film di Fassbinder ispirato alle vicende di Lale Andersen, la cantante tedesca che lanciò il celebre brano.
I richiami a un certo tipo di cinema hollywoodiano, sono tutt'altro che un difetto. Si vedano le sequenze di battaglia durante l'esibizione canora di Willie inserite a mo' di stock-shots (impossibile non rivivere la scena del battesimo de "Il Padrino").
Difetti ce ne sono, ma altrove. Nel montaggio ad esempio, perché il film disorienta più volte con un susseguirsi caotico di scene, senza quel minimo orientamento spaziale (ma anche temporale) che possa far capire allo spettatore se i fatti stiano avvenendo in Svizzera, in Germania o in Polonia.
Discutibili anche alcune pennellate gaie, alle quali il regista sembra non saper rinunciare.
Insomma, un film che spiazza continuamente, passando da cose brutte a brillanti soluzioni estetico/narrative, come la visita al Fuhrer.
Hanna Schygulla è un'ottima interprete, affiancata da un meno convincente Giancarlo Giannini. Sullo sfondo della loro storia d'amore, le suggestive note di Lili Marleen, simbolo germanico della seconda guerra mondiale almeno quanto lo fu per la prima "Der treue husar", brano ben più struggente e che ricordiamo interpretato da una timidissima Christiane Harlan (futura signora Kubrick) nel finale lacrimoso di "Orizzonti di gloria". Incredibile come in questo caso ne siano state fatte poi versioni di tutti i tipi, dal jazz alle marcette, passando per improbabili polke finite a rallegrare le sagre di paese… Gli imprevedibili e insondabili risvolti della vita.