martina74 7½ / 10 02/01/2008 10:44:43 » Rispondi Il corpo ancora una volta è protagonista delle ossessioni di Cronenberg, stavolta avvolto in una trama meno malata rispetto a quelle che caratterizzano gli incubi filmici degli anni '80 e '90. Dal precedente "History of violence" ci troviamo di fronte all'incubo calato in una realtà che perde i contorni surreali e claustrofobici di capolavori come "Inseparabili", ma non per questo è meno contaminata dal bubbone pestifero della violenza e della morte. Ancora una volta è Viggo Mortensen il protagonista assoluto della visione estetizzante del regista canadese: sempre più iconico, assurge di diritto a uno status quasi mitico, calato profondamente nella realtà mafiosa eppure da essa distante per provenienza e per un senso di pietas che affiora dietro i suoi gesti spietati e al suo corpo istoriato. Nikolaij è il pilastro attorno cui ruota l'intera vicenda che, pur trovando in Kirill, Semion e Anna altrettanti filoni narrativi, raggiunge la perfezione solo quando segue le gesta dello statuario e misterioso autista. Più simile a una storia di Gogol' che a una parabola di Dostoevskij, pur nella sua bellezza "La promessa dell'assassino" mi ha lasciato un senso di vuoto, la delusione per il prefinale quasi melodrammatico, come un passo falso prima dell'ultima splendida e "necessaria" inquadratura.
gerardo 02/01/2008 13:04:32 » Rispondi Ma va' là!... La calzetta ti attende. :)) gh!
martina74 02/01/2008 16:32:36 » Rispondi seh seh, bravo... fai attenzione col sarcasmo o ti abbono a sky, così potrai vedere la serie tratta dal tuo amato QVB... ghgh!
gerardo 02/01/2008 20:12:33 » Rispondi Non sarai così crudele da farmi una cosa del genere?! Perfida! :D
norah 04/01/2008 11:42:54 » Rispondi a'gerry, ma il commentone? gh