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GIORNO DI FESTA (1919) regia di Charles Chaplin

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amterme63     7½ / 10  24/09/2008 13:58:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Insieme a Douglas Fairbanks, Mary Pickford e David Griffith, Chaplin fu fra i fondatori nel 1919 della United Artists, una casa di produzione direttamente gestita da attori o registi. Per lui fu il punto di arrivo dei suoi sforzi di indipendenza nel lavoro. Adesso non doveva più rendere conto a nessuno delle spese o dei tempi; era diventato il padrone assoluto di tutto ciò che faceva! Finalmente era arrivata l’agognata libertà.

Purtroppo per lui, prima di essere libero, era costretto a fare ancora una serie di comiche per la First National. Doveva ingegnarsi alla svelta a tirare fuori corti o mediometraggi per onorare il contratto. Non stette perciò a curare troppo quello che faceva. Le comiche del periodo 1919-1922 sono per lo più opere minori di Chaplin, riciclano vecchie idee o vecchi schemi, hanno un ritmo blando e le gag sono tirate per le lunghe. Tutte hanno in comune l’attenzione al mondo piccolo o medio borghese. E’ come se Chaplin si fosse messo ad approfondire il mondo che ogni tanto esce fuori dai sogni del vagabondo: la famiglia che vive di piccole cose e che è ben integrata nella società. Ne esce fuori un quadro che però non ha niente di idilliaco. Vengono messi in ridicolo tutta una serie di vizi, abitudini e pregiudizi che funestano la vita di tutti i giorni. E’ sbalorditivo che ancora oggi ci troviamo a che fare con le stesse storture sociali, prese in giro da Chaplin 80 anni fa.

A Day’s Pleasure (Un giorno di vacanza) uscì nel dicembre del 1919 e fu girato in un mese, interrompendo appositamente le riprese del Monello. Narra delle peripezie di una famigliola che ha deciso di passare la domenica facendo una gita in battello. Tutto il pezzo è intessuto di didascalie ironiche. La prima recita: “la famiglia in vacanza per una giornata di gran divertimento”. Naturalmente si comincia con l’auto che non vuole andare in moto. La gita in battello è funestata invece dal mal di mare, il quale dà il via a una serie di gag basate sulla seduzione della donna altrui con tanto di litigio con il marito (Tom Wilson). Ci si mette pure lo sdraio che non si apre e addirittura il padre di famiglia (Chaplin) perde la pazienza con un venditore di pop-corn trattandolo in malo modo. Tra l’altro nel battello è tutto uno svolazzìo di bandiere americane.
Al ritorno ci si imbatte nel gran traffico cittadino (già a quei tempi!) e ne succedono di tutti i colori, visto che un operaio sparge del catrame fresco sulla strada. Anche allora la maleducazione e la litigiosità non avevano niente da invidiare a quelle di oggi. Ne fanno le spese i vigili, i tutori dell’”ordine”, i quali vengono crudelmente dileggiati.
Si chiude con la didascalia (ironica): “la fine di una giornata ideale”.