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CHARLOT PITTORE regia di Charles Chaplin

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Godbluff2     7 / 10  06/03/2023 22:56:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La vedo in modo diverso rispetto a chi mi ha preceduto nei commenti, secondo me c'è un equivoco di base su questo cortometraggio: per la prima volta in assoluto la Keystone non produce un cortometraggio comico, è la dimostrazione di quanto Chaplin cominciasse a ragionare in modo diverso riguardo alla scrittura e alla realizzazione di nuove storie per il cinema e cominciava a costruire una veste espressiva diversa attorno al suo Charlot, più triste e malinconica.
Non solo: siamo nell'estate del 1914 e "The Face on the Bar Room Floor" è uno dei primi esempi di cinema che si rivolge alla letteratura, nello specifico in questo caso alla poesia, visto che Chaplin qui mette in scena l'adattamento su pellicola del poema omonimo di Hugh Antoine d'Arcy, i cui versi compongono di fatto le didascalie del film.
Ecco, non si ride e non ci sono gag perché Chaplin non voleva metterci le gag e non voleva fare una comica slapstick, tanto che anche i momenti finali nel locale sono più venati di malinconia che altro. Questo è un corto basato su una poesia che parla di drammi d'amore, per una volta-e solo Chaplin poteva avere la forza di uscire così tanto dagli schemi Keystone- non bisogna cercarci la comicità ed è un primo esempio di Chaplin drammatico, tra l'altro qui ancora non unificato in maniera perfetta con la risata e la commedia, una formula che doveva ancora perfezionare, è chiaro.
Poi, ovvio, il canovaccio è una semplice storia d'amore perduto ma è il contesto che le da valore, il suo differenziarsi dal resto del repertorio sennettiano, è Chaplin che comincia a percorrere strade diverse, per la prima volta, inserendo poesie e malinconia nel suo cinema.