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TROY regia di Wolfgang Petersen

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benzo24     1 / 10  20/01/2014 10:47:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per tutta questa serie di motivi riportati pure da wikipedia:


Nel film Elena s'innamora di Paride e fugge da Sparta insieme a lui perché non felice del suo matrimonio con Menelao. Nel mito Elena è indotta ad amare Paride da Afrodite, dea dell'amore, che aveva promesso di donarla a lui per premiarlo del fatto che la avesse eletta più bella tra le dee. Nel poema Elena stessa scelse Menelao come marito ed ebbe da lui una figlia, Ermione, non citata nel film.

Nel film, Elena dice di non essere di Sparta ma di esserci stata portata da adolescente per andare in sposa a Menelao. Secondo la tradizione, al contrario, Elena è nata e cresciuta a Sparta in quanto ritenuta figlia del re Tindareo (pur essendo figlia di Zeus). Dopo la morte di Tindareo (o la sua abdicazione) sale al trono di Sparta il marito di Elena, Menelao, fratello minore di Agamennone. A questo proposito, infatti, anche la regalità di Menelao è messa in discussione dalla fuga della regina, in quanto egli ha diritto proprio in virtù del matrimonio.

Nel film Achille è il primo a sbarcare a Troia. Il mito racconta invece che l'indovino Calcante avesse predetto che il primo a mettere piede sul suolo troiano sarebbe stato anche il primo a morire e così il primo a scendere dalle navi è Iolao, detto poi Protesilao, che viene ucciso da Ettore nella battaglia per la conquista della spiaggia.

Nell'Iliade l'ira di Apollo non ha origine dal gesto di Achille di decapitarne la statua (gesto che non si verifica); infatti Apollo scatena un'epidemia sul campo acheo in risposta alle preghiere di Crise, sacerdote del dio, il quale gli chiedeva di vendicare l'offesa del rapimento della figlia Criseide, che per di più Agamennone rifiuta di riconsegnare. Costretto dalla pestilenza a liberarla, Agamennone pretende in cambio la schiava di Achille, Briseide (la quale non era inoltre la cugina di Ettore, come nel film); da questo sopruso ha origine l'ira funesta di Achille.

La conclusione del duello tra Paride e Menelao è diversa tra l'Iliade e il film. Nell'Iliade Paride sta per perdere il duello quando Afrodite interviene e lo porta nella sua stanza; nel film, invece, Paride è salvato dall'intervento di suo fratello Ettore.

Nel film, Menelao viene ucciso da Ettore per salvare Paride durante il duello e più tardi Elena fugge dall'assedio di Troia con Paride. Nel poema invece, Menelao rimane in vita e ricostituisce il matrimonio con Elena, con cui ritorna a Sparta, dove moriranno entrambi dopo molti anni.

La storia d'amore tra Achille e Briseide non esiste se non nelle famose lettere di Ovidio, in cui Briseide scrive ad Achille; infatti, Briseide e Criseide (schiava di Agamennone, non presente nel film) furono rapite quando gli Achei saccheggiarono la città di Crisa, un'alleata di Troia. Achille si innamora invece di Polissena, figlia di Priamo, e decide di passare dalla parte dei troiani in cambio della mano di lei. Si reca nottetempo al tempio di Apollo timbreo o Timbra per sposarla, dove sarà ucciso da una freccia scagliata da Paride guidato da Apollo (o, secondo altre fonti, da Apollo stesso). Quindi Achille morirà ben prima dell'entrata in scena del famoso cavallo di legno, nel quale si troverà invece il figlio dell'eroe, Neottolemo.

Nel film Patroclo è il giovane cugino di Achille, mentre nell'Iliade Patroclo è più anziano di Achille e i due non sono imparentati.

Nel film, Patroclo parteciperà alla battaglia di nascosto con le armi di Achille ed è ucciso da Ettore che lo crede Achille; accortosi dell'errore, Ettore concede ai greci una pausa per recuperare i propri caduti (Patroclo compreso). Nel poema omerico Achille stesso concede la possibilità a Patroclo di mettere in fuga i troiani giunti fino alle navi achee spacciandosi per lui, ma, trascinato dal trionfo, Patroclo pecca di hýbris, dimenticando la promessa fatta all'amico e prosegue fino alle mura di Troia, dove quasi riesce a penetrare, non fosse per l'intervento di Apollo, che per due volte lo colpisce; poi, Patroclo viene finito da Ettore che lo colpisce al fianco con la lancia dopo averlo riconosciuto, dopodiché lo deride e gli sottrae l'armatura di Achille. Inoltre la battaglia non viene interrotta e saranno Menelao e Aiace a battersi per portare in salvo il corpo di Patroclo.

Nel film, Achille si porta col carro fin sotto le mura di Troia, e chiama Ettore perché esca e si batta con lui. Nell'Iliade, questi si ritrovano faccia a faccia al termine di una battaglia, e il troiano fugge alla vista del terribile avversario, compiendo tre giri della città, inseguito dall'acheo. Affiancato dal fratello Deifobo, assente nel film, decide di fermarsi e affrontare Achille, per scoprire che il congiunto non è che la dea Atena, la quale ne ha assunto le sembianze per trarlo in inganno e costringerlo al duello con Achille.

Nel film Achille affronta Ettore con la sua stessa armatura, nell'Iliade invece Ettore la ruberà a Patroclo e Achille chiederà a Efesto, tramite la madre Teti, di fabbricargli una nuova armatura (la cui descrizione del solo scudo occupa un intero capitolo del poema).

Nel film dopo il duello tra Achille ed Ettore, l'eroe greco lega una corda alle caviglie di Ettore, mentre in Omero assai più selvaggiamente Achille fora le caviglie del defunto, così sacrilegamente profanando il cadavere, e ci fa passare dentro la corda.

Nel film, Priamo per impetrare da Achille la restituzione del corpo di Ettore lo supplica in nome del lutto comune: di Priamo per il figlio, di Achille per il padre. Il padre di Achille, Peleo, secondo la tradizione è ancora vivo mentre Achille è a Troia.

Nel film Aiace Telamonio viene ucciso da Ettore. Nell'Iliade viene descritto un duello tra Aiace ed Ettore, che però si chiude in parità con uno scambio reciproco di doni tra i due eroi. Aiace morirà suicida più tardi.

Nel film, Paride viene considerato principe autorevole, il cui ruolo è appena inferiore a quello di Ettore. Al contrario, nell'Iliade Paride è sì secondogenito di Priamo e uomo di grande bellezza ma è considerato fondamentalmente inaffidabile in quanto gli mancano le virtù dell'eroe.
Nel film, Paride fugge da Troia, mentre nel mito viene ucciso in duello dall'arciere Filottete che era stato convinto da Neottolemo, figlio di Achille, a partecipare alla guerra dopo che, ferito da un serpente velenoso, era stato confinato nell'isola di Lemno.

Secondo l'Eneide (in cui si narra delle gesta di Enea, le cui memorie partono dalla distruzione di Troia) i greci, una volta costruito il cavallo di legno, finsero di partire andando a nascondere le navi dietro l'isola di Tenedo, di fronte a Troia; nel film invece, tutta la flotta viene nascosta in un promontorio a sud della città e quando una sentinella la scopre, viene freddata all'istante da alcuni arcieri greci.

Sempre dall'Eneide, sappiamo che fu il Sommo Sacerdote troiano Laocoonte, intuendo l'inganno, a volere l'istantanea distruzione del cavallo di legno e per questo ucciso con i figli da un serpente marino: ma nel film questi è assente, ed è Paride (che alla costruzione del cavallo dovrebbe essere già morto) a sospettare. Inoltre, per portare il cavallo fino alla cittadella, i troiani abbatterono la porta principale della città, mentre nel film questa rimane intatta. Anche il personaggio di Sinone, un greco che finge di essere fuggito dalla morte a cui Ulisse lo avrebbe destinato, nel film non trova spazio. Con toni e cadenze di un attore professionista Sinone, secondo il racconto di Virgilio, riesce a convincere i Troiani, attraverso ben studiate e astute menzogne, a portare il cavallo dentro le mura.

Nel film, Agamennone viene ucciso da Briseide, mentre nella mitologia Agamennone ritorna in patria dove sarà assassinato da sua moglie Clitennestra (sorella di Elena) e dall'amante di lei Egisto, durante una festa; gli assassini saranno a loro volta uccisi da Elettra e Oreste, figli di Agamennone. Inoltre, lo stesso Agamennone nel film è rappresentato come un re già sui sessant'anni e che quindi non combatte praticamente più in prima persona; nell'Iliade, egli è al contrario un uomo sulla quarantina, nonché uno dei più forti e valorosi guerrieri achei.

Nel mito, Priamo viene ucciso da Neottolemo, il figlio di Achille, nel film è ucciso da Agamennone.

Nel film, Astianatte, figlio di Ettore, scampa all'assedio insieme a sua madre, Andromaca. Nella tradizione omerica, Astianatte viene lanciato dalle mura di Troia e muore, e sua madre viene tragicamente fatta schiava proprio dal figlio di Achille, Neottolemo.

Enea appare nel film come un ragazzo che non ha mai combattuto, mentre per la tradizione è genero di Priamo e il secondo in comando dell'esercito troiano, un guerriero che scampa alla morte tante volte grazie all'aiuto della madre Afrodite; inoltre, è già sposato e già padre. Al termine della guerra fuggirà da Troia in fiamme, conducendo con sé il figlio e portandosi sulle spalle il vecchio padre Anchise (nel film si intravede un vecchio accanto al giovane): il che è preambolo dell'Eneide.

Nel film, Priamo dona la spada di Troia a Paride che la usa nel duello contro Menelao e più tardi la dona ad Enea mentre fuggono dalla città. Nessuno di questi eventi è presente nel mito.

In Troy non c'è traccia di moltissimi eroi, ad esempio Diomede, uno dei più valorosi comandanti greci, spesso compagno di Odisseo, né di Aiace Oileo, spesso rappresentato nel poema in coppia con Aiace Telamonio. Tra i mirmidoni non sono menzionati Fenice, Menestio e Antiloco, che verrà ucciso da Memnone, il re d'Etiopia, nipote di priamo e alleato dei Troiani. Non è menzionata nemmeno Pentesilea, regina delle Amazzoni, anche lei alleata dei troiani, che verrà uccisa da Achille, il quale s'innamorerà di lei morente.

È inoltre importante notare come gli dèi non siano fisicamente presenti nel film, mentre nella tradizione classica la religione, intesa quale costante antropologica, ha un ruolo spiccato. Nel mito, Achille parla spesso con sua madre, Teti, e molte azioni e decisioni degli dèi influiscono enormemente nello scorrere degli eventi, senza contare che alcuni, come Apollo e Poseidone, scendono sul campo di battaglia a fianco dei guerrieri umani con spade e armature. Nel film, tranne un rapido incontro iniziale tra Achille e la madre Teti, degli dèi non c'è traccia.

Nel mito Nestore è il re di Pilo, che si unisce agli altri re per combattere a Troia, ma nel film appare come un semplice consigliere di Agamennone.

Nel film l'assedio di Troia dura circa un mese, mentre l'Iliade, pur narrando solo le ultime settimane della guerra, menziona chiaramente che essa è in corso da dieci (o addirittura venti) anni.

Un altro errore presente nel film è ravvisabile nelle navi, che nel poema erano ricoperte di pece (quindi nere) per renderle impermeabili.

Durante lo sbarco i soldati Greci formano una disposizione di scudi che ricorda la testuggine romana, la quale verrà inventata più di mille anni dopo.

Nel preparare la pira funebre per onorare la morte di un valoroso comandante, vengono applicate due monete sugli occhi. In realtà per pagare il traghettatore di anime Caronte veniva messa solo una moneta e tra i denti.

Nel film il contrasto tra Achille e Agamennone continuerà fino alla morte di entrambi senza mai cessare,nel poema greco invece i due si riconcilieranno poco dopo la morte di Patroclo quando Achille decide di tornare a combattere e Agamennone riconoscerà i suoi errori dando la colpa agli dei che hanno influenzato i suoi pensieri.