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PER GUADAGNARSI LA VITA regia di Henry Lehrman

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Godbluff2     6 / 10  26/02/2023 17:22:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah, la Keystone. Ah, Mack Sennett, il grande, geniale padre della comicità cinematografica, l'uomo dietro allo Slapstick nonché l'uomo che fece scoprire l'ancor più grande Genio di Charles Chaplin all'ancora giovanissimo sig. Cinematografo.
La Keystone era ancora giovanissima ma stava già da un paio d'anni (1912) segnando profondamente il cinema con i suoi turbolenti e vivacissimi film comici, poi nel 1913 arriva quell'inglese lì e Sennett pesca il jolly della sua vita e, soprattutto, dell'anno successivo, quel 1914 nel quale Chaplin diventerà ben presto stella di punta della Keystone, in poco tempo cominciando ad occuparsi anche di regia e scrittura delle pellicole. Nei primi mesi, quando faceva solo l'attore, Sennett gli affianca, come registi e partner davanti alla macchina, gli altri nomi di punta della sua casa di produzione: Mabel Normand (prima attrice, regista, autrice, compagna di vita) e appunto Henry Lehrman, uno dei principali registi della Keystone che rimane alla storia come colui che ha diretto la prima apparizione cinematografica in assoluto di Charles Chaplin (ma non di Charlot, che qui ancora non esiste, in barba agli ingannevoli titoli italiani di alcune versioni).
Ecco, in tutto questo discorso sul Genio e su questa compagna di bella gente, bisogna dire che come inizio è alquanto... "timido".
"Making a Living" diretto da Lehrman è una mediocre pellicola comica (la gag del giornalista d'assalto che intervista il tipo rimasto sotto l'automobile invece di soccorrerlo però mi è piaciuta), lontana dagli standard più alti della Keystone, che ha dalla sua solo l'enorme importanza storica dell'esordio di Chaplin. Il contenuto del film è di rilevanza nulla, tra l'altro segnato anche dai contrasti personali tra Chaplin e Lehrman che dunque si dilettò a montare il film in modo da limitare il contributo dell'attore inglese. Così, si stavano sulle palle.
Chaplin esordisce ma non ha ancora trovato "se stesso". Qui è nei panni di un truffaldino arraffone, che nulla ancora possiede della profondità di Charlot che Chaplin creerà passo passo già dai corti immediatamente successivi.
Quindi, la valutazione qui è relativa. L'importanza storica, per ciò che è stato dopo, per ciò che Chaplin ha significato nella storia del cinema, potrebbe anche assegnarli il voto massimo; allo stesso tempo anche un "6" dal significato del tutto neutrale lo ritengo adatto.