Constantine 8½ / 10 03/12/2007 16:30:58 » Rispondi Una vera chicca scoperta nell’ambito dell’home video questa pellicola di Robinson, ricca di atmosfera, ben fatta e in fin dei conti migliore di tanta altra robaccia che è riuscita ad approdare nei nostri cinema. I costumi e le musiche (splendide per il budget limitatissimo) ci trascinano negli anni 40-50 americani quasi di peso, l’ottima sceneggiatura ci trasporta per il proseguio della pellicola in un vortice malinconico e passionale, i personaggi vengono sviscerati a dovere, bravo Travolta nel tratteggiare questo detective imbolsito e svuotato, brava la Hayek (inoltre bellissima come sempre) nel dimenarsi nel ruolo della donna psicotica e violenta nel rapporto morboso con il suo amante; In un attimo la caccia del detective si trasforma in un percorso di redenzione mentre il cammino dei due truffatori nella scala ascendente di violenza del male. Da citare comunque Gandolfini che ci sta a pennello nel ruolo di spalla e Jared Leto che con l’andare del film prende dimestichezza con il proprio personaggio regalando una prova modesta. Sarà la mia passione quasi viscerale per l’ambientazione scelta ma questo Noir di Robinson l’ho trovato “dannatamente buono” (cit.), c’è qualche cosa già vista ma il tutto non va a rovinare l’ottima miscela, nemmeno il dubbio doppiaggio che non mi ha troppo soddisfatto, il sapore “Ellroyano” si perde soltanto sul finale forse troppo sdolcinato.
“ Gli sbirri non parlano di quello che vedono…lo mandano giù con il bicarbonato ed un cicchetto di Bourbon si nascondono dietro un giornale e sperano che nessuno se ne accorga.”
“Con tutto il rispetto per tua moglie lei non c’entra un cazz.o con questo caso.” “ Voglio dirti una cosa a chiare note Mack, non sapresti trovare un cobra in una busta della spesa! Qui c’è puzza di truffa a cuori solitari, togliti di mezzo e ti farò sembrare un genio e sta attento a non menzionare più mia moglie, tu pensa a farti i cazz.i tuoi!”
“Marta… La mia vita è una inesauribile fogna di vermi come lei, lei invecchierà e creperà in una scatola di cemento con le sbarre da una parte e un cesso dall’altra, fra qualche anno non ricorderò il suo nome, sarà un fascicolo timbrato,caso chiuso…”
Avrei chiuso il film sulla splendida immagine di Travolta che lascia la camera di Sing Sing, a compimento della sua falsa speranza che con il risolvere il caso avrebbe trovato un motivo per farsene una ragione dell’assurdo suicidio della moglie, la scenetta della barca va quasi ad intaccare lo scorrimento naturale che la pellicola suscita in fatto di emozioni contrastanti. Bellissima tutta la parte di investigazione, la storia dei fuggiaschi, il personaggio di Travolta, un po’ meno le sequenze tra il figlio e l’amante (anche queste l’ho trovate abbastanza inoffensive). Va detto che ci sono delle inquadrature veramente belle, sia come regia sia come fotografia e questo contribuisce a creare l’effetto complessivo del film (pensiamo per esempio a i tre detective sulla porta dell’Hangar che osservano il temporale poco prima che arrivi l’auto di pattuglia).
“ Per molto tempo non riuscì a capire quello che fece quel giorno, per me aveva gettato una carriera d’oro dritta nel cesso… ma poi mi resi conto cos’era diventato quel lavoro per Buster… e anche per me. Buster lasciò i suoi dispiaceri e tutte le incomprensioni nella camera della morte di Sing Sing, si spinse oltre verso giorni migliori e non si voltò mai più.”