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PERSEPOLIS regia di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     7½ / 10  05/12/2012 01:43:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' chiaro che il racconto di una storia personale, filtrato dallo slancio del ricordo, tende a relativizzare la Storia e forse a mitizzare avvenimenti e personaggi.
Ma Persepolis non si propone come film di denuncia o di disvelamento di chissà quali realtà dimenticate o nascoste. La Storia parla da sé; Marjane Satrapi vuole solo raccontarsi a cuore aperto, tratteggiando il percorso della sua giovinezza - costellato di sogni, dolori, speranze e illusioni - in un paese difficile e controverso come l'Iran degli ultimi decenni. Lo stampo autobiografico focalizza l'attenzione sulla protagonista e sui suoi veri demoni giovanili: la vergogna delle proprie origini, il fallimento nella ricerca di una precisa identità nazionale (un'iraniana di origini francesi trapiantata a Vienna) e di una casa fisica, spirituale, emozionale; il tentativo vano di emancipazione ed il mito occidentale che fa presto a decadere.
Al contempo il film funziona anche da finestra sul tema scottante -ancora adesso attuale - della dignità e libertà della donna schiacciata dagli integralismi religiosi islamici, di cui la protagonista assurge a simbolo. Si può dire che Persepolis si ponga come una sorta di "Diario di Anna Frank", dal respiro più ampio ed inserito in una cornice mediorientale; è un'opera che ho trovato per molti versi (sebbene in quella manchino toni scanzonati e umoristici) accostabile al capolavoro fumettistico di Art Spiegelman, "Maus" - un ritratto generazionale, una testimonianza soggettiva, ma sicuramente esemplificativa, di un periodo storico difficile e violento: alla Germania Nazista e all'Olocausto di "Maus" si sostituisce l'Iran dello Shah Pahlavi, della Rivoluzione del '79 e dell'avvento del fondamentalismo.
L'animazione ha un tratto semplice ma fantasioso, che viene messo al servizio di uno stile che sa alternare giuste dosi di crudo realismo e di irriverente comicità, di malinconia e di spensieratezza, di raffinatezza e di trivialità (solo a tratti un po' eccessiva).
Questo è uno di quei cartoni che dovrebbero far vedere nelle scuole durante l'ora di storia, una di quelle pellicole che possano essere capaci di divertire ma al contempo istruire, colpendole nel profondo, le menti dei giovanissimi: ma è un'eventualità purtroppo ancora lontana dall'avere un riscontro pratico.