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PERSEPOLIS regia di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud

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oh dae-soo     8½ / 10  10/02/2011 18:52:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La memoria.
La nostra memoria.
Ciò che noi siamo, da dove veniamo.
Persepolis non è un film di denuncia, è un film di memoria, di ricordi, di sensazioni, di aneddoti, di gioie e di dolori. Persepolis fa quello che ognuno di noi dovrebbe fare, fermarsi un attimo e riannodare i fili della propria vita, capire come si sono accumulati i vari pezzi della costruzione che ora siamo, come tante piccole cose hanno poi formato il nostro insieme. Mai dimenticarsi il proprio passato, mai perdere le radici, mai abiurare o vergognarsi di ciò che siamo, ma andare avanti tirando al massimo l'elastico che ci lega al nostro passato perchè alla fine quell'elastico ci scaraventerà di nuovo là, al nostro principio.
Persepolis è il meraviglioso racconto dei primi 21 anni di Marjane, una ragazza iraniana che ripercorre la propria vita e con essa la Storia recente del suo paese senza mai piangersi addosso, senza alcuna commiserazione. Sarebbe un errore considerare Persepolis un cartone nel senso comune del termine. Persepolis è più vero di qualsiasi altra pellicola "normale", i suoi personaggi hanno più carne e più ossa di qualsiasi vero attore, si ha la netta sensazione che tutto quello che vediamo disegnato, non solo la storia generale ma ogni minimo dettaglio, come lo scarafaggio che esce dalla ciotola, come la mano che affiora tra le macerie, come le scarpe della Nike sotto lo spersonalizzante vestito nero, tutto sia realmente successo. Per non parlare dei dialoghi, la maggior parte dei quali scambiati con la memorabile nonna, figura al contempo buffa e sboccata quanto malinconica e quasi lirica nel comportamento e nelle parole (l'aneddoto dei petali è poesia pura).
Pellicola dal continuo cambio di registro, dall'irresistibilmente comico ("non è Michael Jackson, è Martin Luther King!"; i traslochi; la crescita improvvisa) al tragico (le esecuzioni, la guerra), dal surreale ed onirico (i dialoghi con Dio) al drammatico (lo svenimento della madre), dal romantico (la scoperta dell'amore) al malinconico (gli ultimi saluti a familiari, sia vivi che morti, e al Mar Caspio).
La caratterizzazione della protagonista è forte e potente come del resto lo è il suo carattere; una ragazzina ribelle, coraggiosa, sveglia, che come tutte le bambine osserva ed assorbe tutto quello che gli accade intorno. La cornice dell'Iran della dittatura, dei veli imposti, delle chiavi per il paradiso in cambio della morte, delle guerre intestine, è senz'altro importante e decisiva nella formazione di Marjane ma mi piacerebbe mettere tutto questo in secondo piano ed esaltare invece, come detto sopra, la forza del ricordo, degli affetti familiari, dell'amore per la propria terra (che come tutti i grandi amori può convertirsi in odio).
La nostra vita è un lungo Giro ed è importante ricordarsi tutte le tappe, quelle in cui si è vinto e quelle in cui si è sofferto di più, quelle in cui si è lottato oltre le nostre possibilità e quelle in cui, purtroppo, si è clamorosamente perso.