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PERSEPOLIS regia di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud

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Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi     8½ / 10  09/03/2008 14:19:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bellissimo: non ci sono altre parole. Il disegno così semplice (altro che pixar) ma nello stesso tempo capace di riportare con precisione emozioni di ogni tipo (come la reazione di Marjane quando scopre che il primo fidanzato è gay) e un montaggio (ossia il susseguirsi di immagini) mai banale, divertente e che centra l'obiettivo. La qualità della sceneggiatura e dei dialoghi, ora commoventi, ora divertentissimi, che descrivono la difficoltà del vivere di Marjane sia a Teheran che nella aliena e fredda Europa. La straordinaria figura dello zio comunista e della saggia nonna che le dispensa consigli ma la redarguisce quando si comporta da vigliacca. La rappresentazione di una società iraniana vittima prima dello scià e poi del fondamentalismo degli ayatollah cosi assurdo nei suoi regolamenti, una società ben lontana dall'Afganistan o dall'Arabia saudita, molto più colta e molto più consapevole dell'assurdità dei suoi governanti carnefici, prodotto di una rivoluzione che aveva acceso ben altre speranze e facili ottimismi. Quello che qualifica questa pellicola come una grande pellicola è il caleidoscopio di emozioni che la protagonista riesce a trasmettere; curiosità, felicità, speranza, delusione, sofferenza, depressione, rinascita, emozioni che coinvolgono lo spettatore e che tengono la sua attenzione calamitata senza un attimo di noia o di disattenzione durante tutto il film.