caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

GIORNI E NUVOLE regia di Silvio Soldini

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento Adriano Lotito     6 / 10  23/11/2007 18:35:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perdere il lavoro, per una persona di sesso maschile è una cosa molto drammatica. Si sa e fare un film su questa questione tanto complessa quanto risaputa è molto difficile e il regista a cui viene questa idea deve sapere il fatto suo. L’autore in questione lo sa bene tanto è vero che è uno dei maggiori rappresentanti del nuovo cinema italiano in grado di passare dalla commedia sorridente alla drammaticità più dura. Si tratta di Silvio Soldini che già con “Pani e tulipani” si era fatto apprezzare in tutta Europa e che con questo nuovo film riesce a parlare di un argomento spinoso realizzando una storia molto drammatica e molto attuale riuscendo a splendere nella marea di filmetti che denunciano i morbi del nostro sistema. La precarietà del lavoro è messa a nudo in questo lungometraggio con serietà, semplicità e onestà. La sceneggiatura di Doriana Leondeff è perfetta ma è soprattutto grazie alle magistrali interpretazioni degli attori che questo film diventa degno di nota. Antonio Albanese meraviglia tutti interpretando una parte complicata con misura e mai sopra le righe; accanto a lui Margherita Buy che si dimostra ancora una volta come la più brava attrice italiana del momento. Ma è ottimo anche il cast dei comprimari dalla simpaticissima e bravissima Alba Rorhwacher al cornuto Paolo Sassanelli fino all’onnipresente Giuseppe Battiston accompagnato dal fedele Antonio Carlo Francini. Terzo importante protagonista del film è sicuramente la città, Genova, adattissima a questa storia per il suo carattere multiforme. Una posto a cui si possono attribuire tutte le qualità e i difetti possibili e immaginabili resa benissimo grazie alla straordinaria fotografia di Ramiro Civita. Nel complesso si può dire che è un bel film, superiore alla media dei nostri normali film nostrani. La prima parte è un po’ troppo lenta e prolissa ma nella seconda si vede il meglio del regista e degli attori che culmina nel geniale scioglimento della vicenda. Il finale infatti è azzeccato alla perfezione e Soldini lascia per un momento il realismo e la credibilità per dare spazio alla poesia e all’ottimismo che culmina con la scena dei due “eroi” ricongiunti ad ammirare un affresco appena restaurato. Lo vedesse chi ha sempre il fucile puntato sulla produzione cinematografica italiana.