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GIORNI E NUVOLE regia di Silvio Soldini

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6½ / 10  14/11/2007 01:48:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come si reagisce al dolore? Il dolore, causato da motivazioni esterne irreparabili o eventi luttuosi... il nuovo Soldini mi ricorda "La stanza del figlio", per certi versi... ma non è una presenza a far scendere il vuoto nel processo familiare, bensì l'insicurezza economica, la precarietà del lavoro, la sensazione agghiacciante che tutto ciò che avevi potrebbe andare perso...
un tema molto attuale per il nostro Paese, e ben diverso dal retrivo fatalismo di un Kaurismaki nelle fredde lande del nord-europa ("Nuvole in viaggio" su tutti).
E' un Soldini che si riconosce ancora, e ben diverso per tutti coloro che lo conoscono soltanto per "Pane e tulipani", in verità non il suo film migliore.

La vicenda di Michele non offre vie di fuga, come nei film precedenti, e il tutto è ancorato nel porto sfuggente e suggestivo della mia amata Genova, nella quotidianità di una città tanto suggestiva quanto monolitica e un pò chiusa nel suo climax urbano.

Tuttavia, se siamo di fronte a un'altro buon film italiano (meno artigianale di opere recenti come l'ultimo Mazzacurati, o anche di Faenza che tenta di riscoprire il cinema storico) i dubbi permangono: ci sono cadute di tono nella fiction, diciamo all'inizio e alla fine del film, oltre a quei personaggi comprimari (es. il padre di Michele che guarda come un babbeo la vita in un acquario) che piacciono tanto al nostro cinema perchè formano il bisogno di patetico che c'è in noi (italiani).
Oltretutto, diciamolo francamente, la menata dell'affresco di Boniforte è davvero pesante da digerire, anche da chi come me ama l'arte...

In realtà il film non ha particolari demeriti: Albanese convince in pieno anche nei suoi eccessi, ed è facile comprendere come ci si possa sentire davanti a un licenziamento e con la sensazione di essere inutile per se stesso e dannoso per gli altri: invita a riflettere

Ma nel suo tentativo di essere realista, Soldini calca la mano su una serie di situazioni grottesche (es. Michele che fa il pony express in moto) che rischiano di far perdere credibilità alla storia.

Per essere uno specchio dell'arretratezza economica del nostro paese, il film è bello, ma senza essere sconvolgente.

Si veda l'irritante monologo finale e il qualunquismo di una coppia che ripensa ai vecchi viaggi (come a dire "adesso tutto cambia, non potremo più farli"), quasi un'invito a soprassedere su affetti e affinità di coppia rispetto alla superficialità delle "cose che uno con i soldi si poteva permettere".

In questo frangente, un uomo è costretto ad ammettere che la figlia, senza le le sue alte aspettative, ha sorpassato la falsa sicurezza dei mutui e delle proprietà private dei genitori.

Ottima prestazione degli attori (una Buy più controllata e spontanea del solito) e (a dirla tutta) un bellissimo film, ma retrivamente ancorato alla dimensione di un'identità italiana non del tutto plausibile (anche se purtroppo diffusa)
Pasionaria  15/11/2007 14:29:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"...e il tutto è ancorato nel porto sfuggente e suggestivo della mia amata Genova, nella quotidianità di una città tanto suggestiva quanto monolitica e un pò chiusa nel suo climax urbano..."

Kow hai racchiuso la mia amata Genova in una definizione meravigliosa e azzeccatissima, SMACK!

Invia una mail all'autore del commento kowalsky  15/11/2007 20:10:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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Pasionaria  16/11/2007 13:39:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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