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LUSSURIA - SEDUZIONE E TRADIMENTO regia di Ang Lee

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amterme63     8 / 10  27/01/2008 22:26:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“Lussuria, Seduzione, Tradimento” è secondo me una finissima indagine psicologica e sentimentale, una rappresentazione molto accurata e suggestiva del contrastro fra interiorità umana (sentimento, appagamento amoroso e sensuale, ricerca della persona con cui sentirsi “completi”) e norme sociali codificate (in questo caso il dovere di ordine politico e ideologico, a cui si è deciso di partecipare e in definitiva sottostare).
Oltre agli stessi temi trattati in Brokeback Mountain, cioè sincerità dei sentimenti e coraggio delle scelte, qui si aggiunge anche il tema del conflitto fra la propria personalità e il ruolo sociale che ognuno deve “recitare” (simile a quello trattato da Lars Von Trier in “Il Grande Capo”). In Brokeback Mountain i temi cardine erano trattati in maniera chiara, netta, lineare, molto potente e coinvolgente; qui si complicano, s’intrecciano fra di loro, interagiscono in maniera dialettica e drammatica nei singoli personaggi. La rappresentazione diventa molto più complessa e difficile da interpretare, ma appare forse più completa e “realistica”, certamente più “scientifica” e spassionata rispetto a Brokeback Mountain.
Per far luce e chiarezza nella matassa inestricabile dell’animo umano, Lee utilizza l’atteggiamento dei grandi romanzieri ottocenteschi: assiste impassibile alle vicende dei protagonisti, presentandoci tutti i loro lati positivi e negativi e inserendoli bene nel loro ambiente familiare e sociale. Per tradurre in termini cinematografici questo atteggiamento stilistico, Lee ha impiegato un ritmo narrativo molto lento e particoleggiato, attento a tutte le sfumature. Per penetrare nell’interiorità dei personaggi (il grande limite della mdp rispetto alla parola scritta), ha usato il metodo classico del primo piano; e lì ogni ripresa è stata attentamente studiata, l’attore diretto in maniera secondo me maniacale e magistrale. Anche il più piccolo movimento dell’angolo della bocca, ogni singolo sguardo, ogni emozione suggerita è voluta e studiata, ma in una maniera da risultare sempre naturale e spontanea (ho trovato veramente poche sbavature a questo riguardo). Il lavoro sugli attori è ciò che mi ha colpito di più di questo film. Si fa in modo che rappresentino in tutto e per tutto il personaggio, che diventino il personaggio, scordandosi di essere l’attore tal de’ tali con il proprio divismo.
La protagonista, espressione del film, è il personaggio di Wang/Mak Tai Tai: una ragazza semplice e modesta, con un grande talento nel “recitare”. Non ha ideologie in testa, l’ambiente sociale modesto da cui proviene, la simpatia per i “deboli”, la porta per istinto a parteggiare per i Resistenti. Per essere “utile”, si trasforma in una dama dell’alta società che deve cercare di legare sentimentalmente a sé un pezzo grosso collaborazionista. A questo scopo ci mette dentro tutto il suo talento e “purtroppo” anche il suo animo. Per sua natura etica è portata a ragionare e ad agire non in base a ideologie o a considerazioni esterne al suo animo, ma solo in base alla spinta che le viene dal suo sentimento interiore (è nel suo animo che si svolge la battaglia più complessa e affascinante del film). Il ruolo che recita finirà per prendere il sopravvento e divenire la propria spontanea identità.


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La figura di Yee introduce il tema politico del film. Per comprenderlo bene bisognerebbe fare finta che Hong Kong sia Venezia, Shangai Milano, il Mah Jong con il Bridge, Yee un alto gerarca fascista, i giapponesi dei nazisti, i resistenti una cellula partigiana. In questa maniera il film avrebbe fatto scandalo e sarebbe passato per un film revisionista. Ang Lee si copre un po’ le spalle rappresentando Hang (il giovane anima dei resistenti) con lo stile dei film patriottici cinesi, per poi smentirlo nei fatti. Hang è fatto passare per un ingenuo idealista, come uno che non capisce niente dell’animo umano con le sue sottigliezze e profondità e soprattutto come l’autore dell’unica scena cruda del film. Anche lui perde l’occasione per fare la scelta decisiva della propria vita, sacrificando la propria felicità all’ideologia. Solo alla fine riesce forse a comprendere tutto e a giustificare la scelta di Hong.
Stranamente alla figura di Yee non viene mai associata nessuna scena macabra, nonostante racconti scene assai truculente. Sembra quasi che raccontando queste scene, ne voglia prendere le distanze e ci tiene quasi a dimostrare a Hong che quello lì non è lui. Insomma Ang Lee cerca di “peggiorare” il personaggio “buono” e di “migliorare” quello “cattivo”.
Si tratta di un film molto complesso, forse troppo, e nonostante l’estrema bravura tecnica non ha l’impatto diretto e emotivamente devastante che ha avuto Brokeback Mountain su molte persone. Troppi agganci si ottengono con la riflessione attiva dello spettatore e non sempre si ha voglia di fare questo “sforzo”. Quindi capisco benissimo chi ha trovato il film lungo, lento, noioso e poco coinvolgente.
Crimson  28/01/2008 14:38:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie per la risposta al commento. Concordo col tuo, devo dire che non avevo pensato ad un accostamento con Jake di 'BM', lo trovo pertinente.
Anche a me piace molto Ang Lee, un regista che trovo straordinario, alla faccia dei detrattori.
gerardo  28/01/2008 15:45:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi permetto di dissentire da tutto quello che hai scritto. :)
Su una cosa però ti do "ragione": che Lussuria è un film revisionista.
Ma al di là delle considerazioni ideologiche, il film è carente proprio a livello narrativo, in tutta la sua struttura. Fondamentalmente perché la Storia (cioè l'occupazione nipponica, la guerra, la Resistenza) è un pretesto pressoché trascurabile per mettere in scena la sessualità spinta, dalle tinte forti e torbide, non senza una certa dose di morbosità... Non che mi scandalizzi per qualche posizione del kamasutra, ma se "pornografia" dev'essere, allora Lee avrebbe dovuto anche mostrarci la “pornografia” della violenza e l’aberrazione politica (ti cito…) del collaborazionista. Solo così avrebbe dato l'idea di un film in cui l’intimità della protagonista fosse veramente stravolta, lacerata tra passione e ideologia. La Resistenza, così come l’attendismo e l’indifferenza, o il collaborazionismo, in tutto il mondo, è stata una questione di scelta di campo, una “questione privata”, tanto per citare Fenoglio. La protagonista di Lussuria non è stata obbligata da nessuno a prendervi parte, mentre – come dicevo nel mio commento – nel film di Lee sembra che accetti passivamente la sua partecipazione alle attività antigiapponesi. A questo punto mi preme sottolineare che se la Resistenza (ovunque si sia diffusa) è stata tanto forte ed efficace è proprio per la sua natura “volontaria”, oltre che ideologica: alla base quindi della sua forza c’è una straordinaria motivazione umana e politica. Proprio in relazione a ciò, ovvero al concetto dei ruoli sociali, Lars Von Trier qui c’entra davvero poco. Tu attribuisci alla ragazza un ruolo coatto, quando invece quello di Resistente è (o dovrebbe essere nella realtà) assolutamente arbitrario e volontario. Semmai è Ang Lee che la dipinge come donna essenzialmente “passiva”, qualità che strutturalmente non si addice a una partigiana. Ma è una passività (ovviamente mi riferisco a quella di attivista politica) funzionale agli scopi – poco onesti, aggiungo io – di Lee.

Non mostrando le attività collaborazioniste di Yee, la sua ferocia, Ang Lee ancorché attenuare le responsabilità dell’uomo (in senso revisionistico), giustifica la “debolezza” della ragazza che perde la testa per una persona che difficilmente riesce ad apparire come il nemico. Il quale, in fondo, sembra essere solo un uomo dal fascino perverso, senza alcuna maschera politica, senza alcun ruolo nella guerra. Ciò non significa che Lee avrebbe dovuto mostrarcelo come succede nelle fiction con Beppe Fiorello, dove i “buoni” e “i cattivi” sono più o meno stilizzati, stereotipati; significa che l’omissione dell’attività politica di Yee toglie al film la sua potenziale efficacia tragica (rivelandoci invece quali sono i veri intenti…).
A questo proposito permettitimi poi di rimandarti indietro l’accusa finale: se molta gente anche avveduta si è scartavetrata le palle dalla noia non è perché il film fosse lento e noi si ha il cervello in standby da non riuscire a sforzalo più di tanto, ma perché MANCA il senso della tragedia, ossia quella frattura fatale che intercorre tra la ragione (politico-ideologica) e il sentimento… Ti assicuro che in tal caso avremmo apprezzato molto di più il film e la stessa figura di donna tragicamente tradita dall'amante e traditrice dei propri compagni di lotta.


P.S.: per una chiosa “realistica” e storicistica: da quello che ho potuto osservare tra studi, interviste e ricerche sul campo sulla Resistenza, in particolar modo proprio sulle partigiane, posso dire che le donne che hanno rischiato la propria pelle in azioni di guerra, di sabotaggio o di controspionaggio, oltre ad usare la femminilità come arma di seduzione e inganno, sono state dirette protagoniste degli eventi, portando a conclusione personalmente le operazioni.

amterme63  29/01/2008 00:09:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho capito perfettamento cosa vuoi dire, Gerardo.
Prima di tutto nel mio commento non ho scritto che è un film revisionista (forse mi sarà “scappato” nel forum), ho scritto che “sarebbe passato per un film revisionista” e tu me ne hai dato dimostrazione. Poi mi sono espresso male anche in un’altra occasione: ho scritto “comportamento imposto”, avrei dovuto scrivere “comportamento recitato”, o meglio comportamento autoimposto in seguito alla libera scelta di recitare una parte “utile” a persone con le quali Wang sentiva vicinanza sentimentale e simpatia, anche senza essere un’accessa propugnatrice della loro ideologia. Ma evidentemente Wang non ha fatto bene i calcoli con la propria interiorità a caccia di affetto, calore umano (frustrato dalla freddezza di Hang nei suoi confronti) e con la fatalità che le ha fatto incotrare la completezza fisica e interiore che cercava proprio nella persona “sbagliata”, in un uomo del campo “nemico”. A questo scopo le scene di sesso sono scene chiave, funzionali al film, perché è tramite il sesso che Yee riesce a “penetrare” nel corpo di Wang e alla fine addirittura nella sua mente. Il processo è graduale. All’inizio è lei che subisce l’istinto sadico di lui, ma in qualche maniera riesce anche lei a penetrare dentro di lui e fargli tirare fuori la parte dolce che pure esiste, nonostante la brutalità e la schifezza della persona. Le scene di sesso diventano allora più partecipate e più sentite. La coppia mostra una perfetta intesa e anche molta fantasia (altro che Kamasutra, è la normalità di una perfetta intesa sessuale, non pensi?) e infine dedizione reciproca. In una scena lei bacia lui e lui istantaneamente viene (è pornografia o passione per una persona?). In un’altra lui ha l’orgasmo e lei lo stringe ancora più forte (pornografia o amore?). Del resto il pube femminile e i capezzoli vengono inquadrati in campo medio, l’Origine del Mondo di Courbet è molto più esplicito. Non esiste alcun primo piano della penetrazione del pene nella vagina, anzi il pene maschile non viene mai mostrato, insomma non ci sono i tratti stilistici tipici dei film porno.
Lee rifiuta l’idea dell’amore “platonico”, l’amore è soprattutto carne, appartenenza fisica che prende, incatena, possiede, sconvolge, scombina, scombussola, distrugge, consuma. Del resto anche l’amore fra i bovari in Brokeback Mountain nacque da un “incidente” notturno, dalle conseguenze inaspettate per entrambi i ragazzi. Anche quella scena fece molto rumore, però senza, il film non avrebbe avuto lo stesso significato, non si sarebbe capito appieno. Così è anche in Lussuria.
Se ti fa schifo tutto questo non so che dirti. Molti lo fanno e tanti non si vergognano ad ammetterlo.
Non è un film revisionista perché non mette in dubbio la veridicità storica dei fatti in questione. Semplicemente vuole dimostrare che la forza dell’amore è fortissima e riesce a superare qualsiasi altra considerazione, compresa la passione politica e la fedeltà ad un compito dato. Non tutti siamo degli eroi, possiamo essere deboli e soggetti a questo “inconveniente” e la povera Wang era debole proprio lì, dove meno uno se l’aspetta, nel cuore.
Come può aver fatto ad innamorarsi di Yee? Solo sesso? No, lui ad un certo punto le fa capire a parole che è schifato lui per primo da tutto quello che fa (non c’è bisogno di rappresentarlo, in questo caso basta sentirglielo dire, e soprattutto il tono con cui lo dice) e vuole che lei ne stia fuori, che non si sporchi con il fango che li circonda. Forse a lei basta questa “onestà” interiore che le dimostra, infine gioca anche il regalo dell’anello a dimostrazione che lui si è innamorato di lei.


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gerardo  31/01/2008 16:03:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo che è proprio difficile "leggere" ciò che lede le cose che si hanno a cuore... Eppure io non voglio convincerti del contrario.
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Certo che c' è gente proprio brava a discutere. Spero faccia parte del carattere perché sennò...
ferro84  14/02/2008 23:52:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Troppa interpretazione, non amerò mai una cinematografia sotto censura, spero che Lee torni in America o in Europa
amterme63  15/02/2008 08:26:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusami, ma mi spieghi cosa intendi per "troppa interpretazione"? Dov'è poi la "censura"?
amterme63  27/01/2008 22:34:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hong sta per Wang.