martina74 7 / 10 08/01/2008 16:46:47 » Rispondi Melodramma in perfetto stile anni '40, una sorta di Casablanca d'oggi, ma calato nella Cina occupata dai giapponesi. Un perfido ma affascinante collaborazionista dell'esercito nipponico irretito dalla giovane - algida e torrida al contempo - partigiana nei panni di una conturbante spia sono i protagonisti, uniti da un rapporto di attrazione e repulsione, fiducia e diffidenza alimentato dalla sete di violenza di lui da un lato, e da una sorta di sindrome di Stoccolma di lei dall'altro. Patinato come un film di Wong Kar Wai, non ne possiede la profondità emotiva e la tensione passionale che, al regista di Hong Kong, basterebbero a dipingere un eros manifesto senza mostrarlo. Carico di misteri e sottintesi come un lavoro di Hitchcock, manca della necessaria tensione che fa gridare al capolavoro. Citazionista e ambizioso, "Lussuria" presenta molti lati positivi ma anche grandi mancanze, narrative e di sceneggiatura, che rendono la scatola di presentazione molto più glamour del contenuto. Peccato.
Per lacune di sceneggiatura, intendo la confessione del luogotenente di Yee che, nel finale, rivela di sapere da tempo dell'esistenza della cellula della resistenza e della presenza di Wang al suo interno, ma di aver taciuto per via dei rapporti che intercorrevano tra lei e Yee. Sarà, ma non lo trovo particolarmente credibile.
Tra l'altro, con tutto quel tempo che la ragazza passa insieme al cinofascioman, avrebbe potuto benissimo ammazzrlo lei... Ma poi il film sarebbe finito alla 4^ sequenza e allora addio kamasutra!
Niente niente le partigiane che conosco io... tzè!