amterme63 9½ / 10 09/10/2007 22:43:51 » Rispondi Un po’ come tutti i grandi film di Kubrick, anche questo indaga il sottile confine fra razionale e irrazionale, fra norma e istinto: opposti che si compenetrano l’uno nell’altro e che occorre in qualche maniera far convivere. L’importante è che ci sia un ordine, un controllo esterno meditato e consapevole che volutamente regoli i due aspetti del mondo umano, impedendo alla parte violenta e irrazionale di prevalere. Questa esigenza viene espressa chiaramente nelle scene finali. Il campo d’indagine stavolta è quello della normale vita quotidiana, vista nel rapporto di coppia uomo/donna, nell’istituto della famiglia: un’esigenza spontanea di legame affettivo stabile e duraturo con la speranza in un futuro migliore. Nel film la coppia ha il meglio che la vita può offrire: bellezza, ricchezza, cultura; eppure quest’equilibrio è minacciato da pensieri morbosi, voglie incontrollabili basate sull’esperienza della depravazione e del proibito, pensieri che negano i valori e i legami che uniscono la coppia. Basta molto poco, un piccolo allentare dei controlli (l’alcol, la marijuana) per far balzare il mondo nascosto e inquietante dell’animalità umana. Questo mondo attrae e affascina i due protagonisti, i quali possiedono l’illuministica voglia di indagare, di capire, di non nascondere niente. Ognuno di loro affronta perciò un proprio viaggio in questo mondo oscuro (il mondo degli occhi ben chiusi). La Kidman esplora le turbe e le angosce dell’incubo (come in un quadro di Fuessli), mentre Cruise affronta un incubo ben più pericoloso e reale che lo porta a scoprire il torbido che si cela dietro la rispettabile facciata della società che frequenta (scene da racconto di Sade) e che gli fa apprezzare il valore della solidarietà e del sacrificio, che vengono proprio da persone reiette come le prostitute. Il protagonista è perciò l’indagine della propria interiorità, lo si nota anche dai frequenti dialoghi fra i due. Ci sono scene che sembrano prese da un film di Bergman. Non mancano però i caratteri salienti dello stile di Kubrick, come l’arte della tensione o il movimento mirabile della macchina da presa. Tutto però sembra un po’ in tono minore; il supporto musicale ad esempio è valido ma non sublime come nei film precedenti. Si nota un certo appannamento (comprensibile) dell’arte del grande regista. Nessun appannamento però nel messaggio finale del film. Grazie al fatto che i protagonisti sono persone realistiche e sincere, riescono in qualche maniera ad esorcizzare i loro fantasmi. La consapevolezza dei pericoli e delle debolezze è la forza che può tenere sotto controllo ciò che mina la convivenza civile. Ci stiamo provando e ce la possiamo fare. Questo è l’augurio che Kubrick ha fatto all’umanità prima di abbandonare il palcoscenico della vita.
“Per fortuna adesso siamo svegli e speriamo di rimanerci per sempre”. Questa frase, un po’ strana nel contesto del film, è in realtà il messaggio finale di Kubrick. Essere vigili, coscienti; controllare i nostri istinti peggiori (visto che non li possiamo eliminare) è la via giusta per salvare l’umanità ed è un atteggiamento che dobbiamo conservare sempre. Guai a perderlo. “Ma c’è una cosa che dobbiamo fare subito: scopare”. Ebbene sì, non c’è niente di meglio che del sesso libero, piacevole e conseziente per togliere di mezzo tutti i cattivi pensieri e rendere piacevole la vita (un po’ come nel finale di Arancia Meccanica). Attività di supervisione della ragione e sano piacere dei sensi, questo è ciò che ci raccomanda una delle menti più lucide del XX secolo.
alexava 20/01/2010 01:48:14 » Rispondi è sempre un piacere leggerti. congratulazioni.
amterme63 20/01/2010 09:04:37 » Rispondi Grazie davvero. Sei molto gentile.
SKULLL 31/01/2010 21:14:14 » Rispondi Mi hai fatto rivalutare il film...bella recensione, e sono d'accordo con te sulla frase finale.
amterme63 01/02/2010 08:58:55 » Rispondi Ti ringrazio SKULLL. A risentirci.
agentediviaggi 12/10/2007 18:13:25 » Rispondi Ti rispondo anche qui. Devo dire che ho rivisto il film recentemente e letto finalmente Doppio Sogno di Schnitzler e mi devo ricredere su questa pellicola. Continuo a non considerare un gran finale la frase della Kidman ma Kubrik è riuscito a portare in modo magnifico sullo schermo le atmosfere del grande romanziere austriaco e a far apparire decente anche un mediocre attore come Cruise.
amterme63 13/10/2007 21:35:03 » Rispondi Sei più avvantaggiato di me perché il libro non l'ho letto. Comunque con Kubrick si va sempre sulla grande opera d'arte (secondo me).