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2001 ODISSEA NELLO SPAZIO regia di Stanley Kubrick

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Manticora     10 / 10  30/05/2012 18:32:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Indubbiamente Stanley Kubrik è un regista che ha segnato uno spartiacque nella tipologia di storie narrate e nel modo di raccontarle, tutto ciò non è spiegabile soltanto dal punto di vista tecnico, dalla forma o dalla tipologia di temi affrontati. In realtà è un insieme di metodi messi insieme da uno dei registi più iconici e rivoluzionari del 20 secolo, si può amare o annoiarsi al suo cinema ma rimanere indifferenti presuppone che lo spettatore non abbia fantasia. 2001 è un film rivoluzionario, affascinante e terribilmente realistico nella sua vicenda. Il tutto non sarebbe stato possibile senza l'apporto dell'autore dell'opera da cui il film è tratto, "la sentinella" in cui lo scrittore Arthur Clarke studia praticamente la genesi della specie umana, in modo francamente insolito ma non per questo meno coinvolgente. Un particolare tecnico tra tutti mi affascina ancora adesso, l'uso del cinerama, con i fondali africani assolutamente verosimili che fanno da sfondo alla vicenda dell'alba dell'uomo, 45 minuti senza parole che all'epoca fecero scoppiare a ridere il pubblico per gli attori mascherati da scimmie, eppure tutto ciò è stato il precursore del cinema di fantascienza moderno in un modo o nell'altro, basta pensare al pianeta delle scimmie...
Certo l'osso che da archetipo evolutivo si trasforma in una navicella spaziale che solca lo spazio sulle note del Danubio Blu di Strauss è uno dei momenti più iconici, ma non il solo dell'intero film. La vicenda è una ricerca, l'originr di tutto si può dire, in questo senso la figura del monolito è rappresentativa di qualcosa di ignoto, alieno, perfetto e indecifrabile, vagamente minaccioso perchè inspiegabile, e soprattutto un mistero universale che l'uomo tenta di svelare. Il cambio di narrazione che avviene sull'astronave diretta verso Giove rende il tutto apparentemente normale ma anche terribilmente pericoloso. L'uomo si è evoluto fino a riuscire a costruire costrutti tecnologici che ne imitano l'inteligenza, ma quando un super calcolatore sbaglia allore diventa inevitabilmente umano, la sua fallacia rappresenta la perfezione nell'imperfezione e finalmente la macchina si rende conto di essere umana in uno dei monologhi più belli e toccanti di tutta la storia del cinema.
"David, fermati, ho sbagliato lo so, ma tutto quello che ho fatto era per salvaguardare la missione, io e te possiamo ancora andare avanti, fermati David, la mia mente se ne va, fermati, ti prego, la mia mente svanisce, non c'è alcun dubbio...
Buonasera sono un calcolatore Hal 9000, il mio istruttore mi aveva insegnato una filastrocca se volete posso farvela ascoltare.
Infine GIOVE VERSO L'INFINITO in un viaggio caleidoscopico il protagonista raggiunge praticamente se stesso e nell'eccezione della musica di Strauss scopriamo che la fine è solo l'inizio, dopodichè non ci sono stati altri viaggi....