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2001 ODISSEA NELLO SPAZIO regia di Stanley Kubrick

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PaulTemplar     10 / 10  11/11/2011 12:06:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Kubrick riprende il romanzo di Arthur C.Clarke, rispettando la splendida solitudine dei vuoti spaziali, usando la lentezza dello spazio stesso come un valore aggiunto,evitando quindi il rischio di stravolgere il romanzo originale,che è, in realtà, una sintesi metafisica dell'uomo, del suo rapporto con l'infinito,con le sue radici, con il suo divenire.
Quando, nel 1964, Arthur C. Clarke venne contattato da Kubrick per realizzare quello che poi sarebbe stato il film 2001 odissea nello spazio, rielaborazione del romanzo dello stesso Clarke, La sentinella, scritto nel 1948, probabilmente non si rese conto delle potenzialità enormi che aveva il suo racconto scritto in forma breve; viceversa Kubrick ne era ben consapevole, tanto da proporre allo scrittore un ampliamento organico del romanzo, che sarebbe diventato l'embrione del film.
Nel 1968 il film venne alla luce, e le differenze tra il romanzo e il film erano così sottili da far capire quanto fosse importante la collaborazione tra letteratura e cinema per ottenere un prodotto di sintesi di altissimo livello.
Kubrick elabora per immagini quello che è il romanzo, saltando solo alcuni passaggi per ovvi motivi; il film, di per se lunghissimo, si dilata in 2 ore e 21 minuti di immagini, con dialoghi ridotti all'osso.
Il regista privilegia com'è ovvio la parte visiva, affidando alla potenza delle immagini il racconto, e giungendo alla conclusione, metafisica e parzialmente inespressa, almeno per lo spettatore, attraverso suggestioni offerte da una sapiente miscela di immagini e musica.
Già la scelta di un autore come Richard Strauss, autore di "Così parlò Zarathustra" ("Also sprach Zarathustra"), tema portante del film, denota una ricerca maniacale del giusto accoppiamento tra sensi, vista e udito, per portare lo spettatore attraverso il misterioso viaggio della vita, che in questo caso trasporta l'uomo dall'alba della preistoria, con la famosa scena di Guarda-la-Luna (nel romanzo, il nome dell'ominide-scimmia che trova il monolite) che lancia un osso verso il cielo, il quale si trasforma in un'astronave interspaziale.
Da questo momento il film si annoda al romanzo in maniera inestricabile, tanto che il lettore dell'opera di Clarke non fatica a comprendere la complessa simbologia delle scene; ma Kubrick supera il limite della parola, creando una infinita serie di quadri; lo spettatore si trasforma nel visitatore di una galleria d'arte, fatta da miliardi di tele sequenziali, viste ovviamente ad alta velocità.
Il percorso che Kubrick fa fare a Bowman è quello evolutivo verso uno stadio finale in cui l'uomo sparisce come entità fisica, per diventare qualcosa di completamente diverso, attraverso la rinascita in feto e il rivivere le varie fasi dell'esistenza di Bowmann stesso, che diventa parte di quello spazio, di quell'universo, non più in forma umana, ma in qualcosa di assolutamente nuovo, complesso e misterioso.
2001 odissea nello spazio è un film denso di interrogativi,di icognite,incluso il finale aperto a tutte le interpretazioni e a tutte le soluzioni,come ebbe a dire il geniale Regista:"Se qualcuno ha capito qualcosa, ciò significa che io ho sbagliato tutto."
Molti degli spettatori che videro il film restarono delusi proprio dal finale; così qualcuno pensò di andarsi a rileggere il libro di Clarke, imbattendosi nelle stesse icognite; per Clarke, e ovviamente per Kubrick, il mistero insondabile del cosmo, della vita, dello spazio e del tempo e in definitiva dell'esistenza stessa dell'universo sono così complessi da lasciare l'essere umano senza parole e senza possibilità di usare l'immaginazione per volare oltre i confini della materia. Così tutto deve essere lasciato sospeso, perchè ognuno abbia la facoltà di immaginare il lungo viaggio dell'uomo nel modo a cui è più consono.

Il finale del romanzo, quello del film, portano lo spettatore/lettore ad interrogarsi senza ovviamente trovare nessuna risposta, oppure, al contrario, a trovarne troppe, per dover fare così altre domande.
Il gioco, alla fine, è questo.
Kubrick lo sa, e lascia tutto affidato alla potenza dell'immagine: tu spettatore sei parte di quel mistero, puoi scegliere la soluzione che più ti aggrada.
Un film che è l'essenza del cinema, è il cinema, senza se e senza ma.