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LA RAGAZZA CHE SAPEVA TROPPO regia di Mario Bava

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DitaAppiccicose     8½ / 10  05/06/2016 13:43:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Parte della critica è solita attribuire a "La ragazza che sapeva troppo" il ruolo di iniziatore del filone dei gialli all'italiana ma io non sono pienamente d'accordo con questa tesi. Se è vero che in esso ci sono molti degli elementi che si troveranno nei gialli di molti autori a seguire, è anche vero che questo film ricalca i modelli americani ( Hitchcock omaggiato fin dal titolo ) ambientando però la vicenda a Roma. In ogni caso queste sono sottigliezze: ciò che conta è la bontà dell'opera, un film eccellente. Non tanto per la sceneggiatura, non priva di pecche, e nemmeno per la pur buona recitazione ( a me Leticia Romàn, da più parti criticata, è piaciuta ) quanto per la regia e la fotografia, entrambe di Bava, a cui quindi è giusto assegnare la quasi totalità del merito della riuscita della pellicola. La fotografia, in particolare, in bianco e nero ma soprattutto nero.
Argento pescherà a piene mani da Bava: se nel successivo "Sei donne per l'assassino" saranno i colori ad influenzare Argento per "Profondo rosso", "Suspiria" o "Inferno", qua sono certe situazioni narrative a venire prese a modello: il rapporto moglie marito ( "L'uccello dalle piume di cristallo", "Quattro mosche di velluto grigio" ), il particolare che non si ricorda ( di nuovo "L'uccello dalle piume di cristallo" o anche "Profondo rosso" ), l'insanità mentale celata da un'apparente normalità, il protagonista che indaga parallelamente alla polizia... La tensione è anche maggiore rispetto al film successivo di Bava, aumenta man mano che il film prosegue e non mancano momenti di sana paura, pur non essendoci scene eccessivamente violente.
Un film spettacolare, seppur datato; gli anni comunque non ne hanno scalfito la bellezza.