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MIO CARO ASSASSINO regia di Tonino Valerii

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Alpagueur     7 / 10  29/10/2020 09:16:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chiunque abbia mai visto "Mio caro assassino" (alias "My dear killer") converrà con me molto probabilmente si tratta di uno gialli con la trama più contorta in assoluto, che quindi merita un'analisi approfondita, per capire dove perde e dove invece guadagna. Il regista Tonino Valerii è meglio conosciuto per i suoi grandi western, come "I Giorni Dell'Ira" (alias "Day Of Anger" 1967), "Il prezzo del potere" (alias "The price of power", 1969) e il comico western "Il mio nome è Nessuno" (alias "My name is nobody", 1973). Film come questi fanno di Valerii il regista più memorabile del western italiano oltre ai tre Sergi (Sergio Leone, Sergio Corbucci e Sergio Sollima). Ma Valerii, che è stato anche assistente alla regia di Sergio Leone per "Per un pugno di dollari" e "Per pochi dollari in più", non è solo un grande regista occidentale. "Mio caro assassino" è un giallo molto intrigante, dove i continui colpi di scena rendono l'esperienza visiva allettante e assolutamente imprevedibile, che nessun amante del giallo/horror italiano dovrebbe perdersi. Tuttavia, il plot non offre un intrattenimento occasionale: l'eccezionale complessità di questo film richiede che lo spettatore si concentri sulla trama. Posso assicurare, tuttavia, che nessun fan del filone spaghetti-giallo si pentirà di essersi concentrato su questo film, che è stupefacente ed eccellente sotto molti aspetti, ma che purtroppo paga dazio in diversi altri ,e si tratta di buchi di sceneggiatura piuttosto gravi (e non mi riferisco al solito assassino che riesce ad intrufolarsi preventivamente nella casa della solita vittima di turno), dei quali parlerò nel dettaglio negli spoiler sotto.
Il commissario Luca Peretti (George Hilton) sta indagando su una serie di omicidi che è in qualche modo collegata al rapimento di una bambina e ad un orribile crimine avvenuto un anno prima, addentrandosi sempre più nel mistero...come i fan di giallo apprezzeranno, il bilancio del numero di vittime aumenta costantemente (alla fine saranno 7), e i colpi di scena e il numero dei sospetti rende quasi impossibile indovinare chi sia l'assassino prima del finale. Questo film beneficia di un'ottima fotografia, con l'atmosfera tipica del buon giallo dei primi anni '70, e i tanti colpi di scena sono molto elaborati. George Hilton, il protagonista, è eccezionale nel suo ruolo di ispettore investigativo. Il cast comprende inoltre grandi clienti abituali del cinema di genere italiano come Piero Lulli e William Berger, e anche tutte le altre interpretazioni sono molto buone (Patty Shepard, Marilù Tolo, Helga Line, Corrado Gaipa, Dana Ghia). Questo potrebbe non essere così intriso di sangue come altri gialli dell'epoca (Sergio Martino o la maggior parte dei film di Dario Argento), ma la scelta esotica delle armi dei delitti dovrebbe renderlo abbastanza interessante per i segugi là fuori (ma non tutti apprezzeranno questa grande varietà…). L'obiettivo principale del film è la trama complessa, ma gli omicidi sono rappresentati in modo violento e molto elegante. Nientemeno il maestro Ennio Morricone offre una ottima colonna sonora, il cui clou è una canzone sussurrata a tema di ninna nanna eccezionalmente inquietante (che ricalca abbastanza quella dell'uccello dalle piume dei cristallo argentiano).
Mentre alcuni gialli fino ad allora avevano seguito un'ambientazione più urbana ("Sette orchidee macchiate di rosso", "Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer?", L'uccello dalle piume di cristallo", "Quattro mosche di velluto grigio", "Il gatto a 9 code", "Giornata nera per l'ariete"), altri sono stati ambientati nella campagna rurale ("Non si sevizia un paperino", "La casa dalle finestre che ridono"), e di questa ultima categoria fa parte "Mio caro assassino". A dire il vero io preferisco il contesto urbano per un'ambientazione misteriosa, ma non importa perché comunque è sempre la trama più importante dell'ambientazione. Inoltre c'è da dire che in una scena compare una ragazza in età prepuberale, completamente nuda, che nulla poteva aggiungere alla storia (se non quella di far convergere forzatamente i sospetti sullo scultore per il quale posava). Non c'è motivo di mettere un undicenne o dodicenne nudo in nessun film. Mai! (l'unico scopo potrebbe essere quello di shockare lo spettatore, assieme alla tristissima storia che vede protagonista la bambina sequestrata) I personaggi squallidi/viscidi e/o fuori di testa sono ritratti casualmente, quindi l'identità del colpevole lascia piuttosto freddi, nonostante un epilogo ben gestito.
Il regista Tonino Valerii tenta di compensare la sua narrativa troppo elaborata incorporando una sfilza di classici clichè del giallo: un killer guantato di nero, musica ossessiva, disegni di bambini, numerose morti meschine e un'infarinatura di nudità in topless di un paio di ragazze, più uno scatto gratuito e piuttosto controverso garantito per fare sollevare qualche sopracciglio (leggere poco sopra). Il risultato è ancora un po' faticoso, ma almeno ci sono alcuni momenti che dovrebbero accontentare i fan accaniti del genere. Questo film è stato scritto da Roberto Leoni, che ha scritto anche "Casablanca Express" di Sergio Martino e "Santa Sangre" di Alejandro Jodoworsky. Il finale di tutta questa opera sembra più alla Agatha Christie (Hercule Poirot, Miss Marple…) che alla Dario Argento, ma va bene. È certamente una sensazione diversa per il genere. Tenete presente che quanto sopra riportato è solo una descrizione molto vaga della trama, poiché un riepilogo più dettagliato coprirebbe diverse pagine. Ok fin qui sono stati accennati tutti gli aspetti positivi del film. Ora passiamo a quelli negativi, che lo penalizzano nei confronti di altri gialli più blasonati e/o conosciuti.
Incongruenza n. 1: fate attenzione agli escavatori pericolosi e ai macchinisti che li manovrano (3° e 4° delitto).

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Incongruenza n. 2: state attenti a non avere nessuno alle spalle quando aprite una casella postale (5° delitto).

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Incongruenza n. 3: attenzione a lasciare in giro per casa seghe circolari [6° delitto]

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Ora che abbiamo parlato dettagliatamente dell'arma, mancano l'ora e il movente.
Incongruenza n. 4: attenzione a lasciare in giro scomodi testimoni (1° e 7° delitto).

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Infine arriviamo alla cosa più importante e attorno alla quale ruota tutto il plot…ossia il sequestro prima di Stefania Moroni, e qualche giorno dopo, di suo padre Alessandro, titolare della polizza di assicurazione che aveva come prima beneficiaria proprio la figlioletta. Il movente dell'assassino è un po' il movente di tutti i restanti membri della famiglia (ossia il ricco patrimonio di Alessandro), con la differenza che l'assassino puntava 'più in alto', cioè alla intera eredità, arrivando alla sua eliminazione fisica e a quella di Stefania per poter intascare l'intero malloppo, da momento che dopo Stefania diventava lui il beneficiario (non viene mai specificato questo, ma è evidente…se così non fosse stato, l'intero sequestro non avrebbe avuto modo di essere).
Incongruenza n. 5: un movente 'esplosivo' e il mediatore fantasma (1° e 2° delitto)

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Incongruenza n. 6: lo pneumatico che riflette la luce e che spicca balzi degni di Serhij Bubka (2° delitto).

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La regia davvero elegante di Tonino Valerii e la musica eccellente di Ennio Morricone, che assume la forma di un triste lamento cantato da una donna che piange, rendono questo giallo davvero inquietante e ricco di atmosfera. L'ambientazione rurale, interamente nella campagna italiana, è molto bella, e la scena del crimine principale (un enorme pantano circondato da edifici abbandonati ) è esteticamente gradevole, quasi gotica. Questi sono i punti di forza di questo film, buono ma non eccezionale. Forse questo è un film che trarrebbe vantaggio da una visione ripetuta (l'ho dovuto vedere due volte per districarmi tra tutte quelle contorsioni nella sceneggiatura). Lo raccomando.