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UN'ALTRA GIOVINEZZA regia di Francis Ford Coppola

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  02/11/2007 18:55:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo me il ritorno di Coppola non delude affatto le aspettative, considerando il tema affrontato però c'erano davvero le potenzialità per un capolavoro, e nel suddetto caso non è stato così.
Ha una notevole ricchezza espressiva, resta un'opera di gran classe, ma è ora affascinante, ora prolisso, ora intrigante ora fastidiosamente romanzato: un'opera di grande coraggio che non riesce a controllare la sua materia e invade lo spettatore con un clima straniante e un pò lugubre non sempre in grado di catturare allo stesso modo nel corso della sua durata.
Però al di là di qualche momento retorico, il film riesce a evitare abbastanza bene i clichè tipici del genere, fornendo un dignitoso affresco su un tema che può passare tranquillamente da Schnitzler a Nostradamus, da Camus al pessimo Coelho o a Wilbur Smith: in questo contesto, mi pare che l'unica concessione davvero opinabile sia tutta la parte girata a Malta, che molto pubblico femminile troverà languidamente emozionante, e che è francamente orripilante, convenzionale e stucchevole oltre misura. Non conoscendo il testo originale, non saprei dire quanto questo sia intenzionale o inconscio...


Restare in bilico tra cinema di genere e opera "colta", fornire il pretesto per ricordare Lynch ("The elephant man", per il rapporto tra medico e paziente), l'espressionismo tedesco (Murnau) o David Lean sono potenzialità enormi, lo script del resto è eccezionale, mentre la proverbiale prolissità del film ora spiazza ora irrita ora incanta nell'attesa di una realtà che tarda ad arrivare (a dirla tutta, le 2 ore del film sembrano raddoppiate).

Un vero peccato, perchè ci sono sequenze di mirabile bellezza, come quando Dominique infrange lo specchio distruggendo il suo "doppio", o quando costringe mentalmente la pistola del nazista a ritorcersi contro di se': quali altri registi potevano filmare una sequenza simile senza scivolare nel grottesco?

Tutte cose che elevano il film ben al di sopra delle aspettative e della riuscita complessiva dell'opera, soprattutto in una Bucarest nevosa davvero ricca di suggestioni visive (e poco importa che la neve sia artificiale...).

Ho provato un senso di disagio davanti a frasi come "nulla è come sembra" (che strano, l'avrei detto di ... me ndr.) o nella dimensione "privata" di quelle città che sembrano appartenere null'altro che a se stesse, ho amato il personaggio, che malgrado la buona prova di Roth il regista chissà come ama trasformare in un esule fatalista privo di sussulti e (vere) paure...

Indicativamente il film non regge i troppi temi affrontati, ed è un peccato che proprio tutta la parte dedicata al linguaggio cifrato, o ai linguaggi della storia (sumero-assiro-babilonese-etc.) finisca per perdersi in una sfiancante metafora sul senso della vita e sulla posizione beffarda del tempo e della memoria storica.

Tutto sommato, però, sarò generoso, in quanto la trasmigazione dell'anima di questo Zelig grafomane mi appassiona quanto basta per scoprire un film che genera ampi dibattiti: e forse proprio per questo il grande pregio del film è di essere ricco di forza anche nei suoi difetti.

Esiste anche un cinema formalmente impeccabile che non lascia alcuna traccia: pertanto Coppola è promosso a pieni voti, nonostante le inevitabili riserve
Marlon Brando  26/12/2007 15:05:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La scena della pistola invece io l'ho trovata trashosa...
Del resto condivido però.
Invia una mail all'autore del commento Gualty  18/04/2008 02:19:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
la scena dello specchio non è un richiamo a Dorian Gray? non farmi rileggere il libro confido nella tua ampia sapienza