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L'OROLOGIAIO DI ST. PAUL regia di Bertrand Tavernier

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pier91     8½ / 10  22/12/2013 22:50:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Metta la cintura" ammonisce l' ispettore. "Perché?" risponde Michel. Ecco chi è l' orologiaio: un uomo placido che scudi non ne ha, che non ne vuole. Prodigo di pacatezza, docilità, rinuncia.
Per un usare un gioco di parole, sullo stile di "Corteo", esilarante poesia di Jacques Prevert (cui il film è dedicato), Michel è il padre prodigo di un figliol padrone. Il suo è in fondo un viaggio di ritorno con pentimento. Si riconsegna a Bernard non più remissivo, bensì rassegnato. La rassegnazione può essere un sentimento nobilissimo, e lo è certo in questa splendida storia. Il personaggio di Noiret, evidentemente vestito di un carattere sociale oltre che psicologico, compie a mio vedere una scelta straordinaria. Non condanna, non compiange; da tecnico del tempo qual è, si pone in attesa. Forse egli ha colto nel gesto del figlio qualcosa che intimamente lo riguarda. Vi ha scoperto una pulsione, un oscuro sentire, così come aveva letto, nella brutale sentenza del bambino sconosciuto ("Sei diventato brutto"), un' attestazione di affetto.