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LA MORTE CORRE SUL FIUME regia di Charles Laughton

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ULTRAVIOLENCE78     9 / 10  03/07/2008 17:44:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Superba “storia nera”, in cui sono sapientemente miscelati elementi fiabeschi, horror e drammatici, esaltati da un bianco e nero sublime e da atmosfere suggestive in cui si avverte il sentore di un certa forma espressionistica.
La vicenda, ai limiti del surreale, di due ragazzini vittime di un mondo soggiogato dalla sete di denaro (ora per necessità: come nel caso del padre naturale; ora per cupidigia e avidità: come dimostra l’attitudine omicida del patrigno) costituisce per Laughton il “veicolo” attraverso cui trasmettere la sua invettiva contro l’ipocrisia meschina dei (quaccheri) predicatori-imbonitori, i quali si ergono a depositari di un’etica subdola e fallace che in realtà confligge con il loro basso stile di vita. Il personaggio del pastore Harry Powell, interpretato da un magnifico Robert Mitchum, incarna tutte le contraddizioni (emblematicamente rappresentati dalle scritte “odio” e “amore”, tatuate rispettivamente sulle dita della mano sinistra e destra) e in particolare tutti i disvalori che connotano il fenomeno della predicazione: egli si fa scudo della dottrina che professa, giovandosi del rispetto di cui gode presso la comunità ottenebrata dai suoi sermoni, per perpetrare efferati delitti volti ad appagare la sua brama di denaro. Gli unici soggetti immuni dagli artifizi del pastore sono i fanciulli, la cui pura innocenza appare come l’unica e vera arma da opporre alle menzogne delle false dottrine: da qui prende forma il contrasto tra la forza dei bambini e la debolezza degli adulti, resi ciechi e indifesi dalla loro stessa ottusità. Ciò che il folle predicatore è riuscito a fare nei confronti di questi ultimi, plagiandoli e influenzandoli con le sue prediche funeste, non riuscirà parimenti a fare verso i piccoli John e Pearl, con i quali ingaggerà una dura “battaglia”. Da questa scaturirà la fuga dei due bambini che, alla stessa stregua di Hansel e Gretel, intraprenderanno un viaggio irto di pericoli (affascinante tutta la sequenza della barca che scorre sul fiume, sulle cui rive si affacciano animali notturni) che li condurrà in una casa sperduta nel bosco. Ma qui –diversamente dai protagonisti della fiaba dei fratelli Grimm- non troveranno ad attenderli una donna malvagia, ma una signora anziana che ha sostituito l’amore per i propri figli, da cui è stata abbandonata, con quello per i “trovatelli”, accogliendoli ed allevandoli nella sua dimora. Il seguito è un continuo crescendo che culminerà con la rivolta dei “proseliti” che -come spesso accade nella storia- hanno contribuito, con la loro mediocre ottusità, a creare i "mostri".
Al di là della trama, impeccabile nella struttura e nei contenuti, “Night of the Hunter” è un esempio di tecnica che, soprattutto sotto il profilo delle luci e dei chiaro-scuri, ne fanno un’opera davvero mirabile. A ciò si aggiungano talune magnifiche sequenze, tra cui spicca quella indimenticabile della donna in fondo al fiume con i capelli sciolti che ondeggiano confondendosi con le alghe del fondale.