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LA MORTE CORRE SUL FIUME regia di Charles Laughton

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Mizoguchi     10 / 10  02/11/2007 19:15:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il grandissimo attore Charles Laughton si cimenta con la regia e sforna un film davvero unico.
Purtroppo il film soffre ancora una certa invisibilità, frutto ancora della spietata censura che subì all'epoca della sua uscita, che del resto costrinse anche il povero laughton a non tornare dietro la macchina da presa.
Il film è forse uno dei più radicali mai fatti, oltretutto pensiamo che siamo nella hollywood degli anni '50.
Il fulcro del film è proprio la comunità che esso descrive, una comunità chiusa, bigotta e drammaticamente attuale.
Il bigottismo è qui analizzato in tutte le sue sfumatore e il passaggio più drammatico è la reazione della folla da adoratrice del predicatore Mitchum alla follia collettiva desiderosa di linciaggio.
Molto toccante il personaggio interpretato da Lillian Gish, la cui fede religiosa è più a misura umana, dove c'è spazio per la compresione e la vera solidarietà, commovente il gesto finale verso la ragazza a cui, pur conoscendo le sue precedenti esperienze (clandestine) con gli uomini, regala un gioiello, non negandole così la gioia di sentirsi più bella, abborrendo quindi lo stupido terrore bigotto che tutto sia vanità...
Un film poi che ovviamente punta sulla figura del ragazzino il cui confronto con il predicatore ricorda quasi il conflitto del piccolo danny con il lato oscuro di suo padre in shining.
In effetti sì il ragazzino ha quell'intuito puro (uno sorta di shining), che gli permette di vedere oltre le menzogne declamate dal "falso" predicatore, e di non cadere nell'errore in cui cade la povera madre (grande shelley winters, eccezionale nelle sue sfumatore di invasata e martire al tempo stesso) e in parte la povera sorellina, e di non cadere nel finale nell'errore della folla stessa: infatti in una scena incredibile accosta la cattura di mitchum alla cattura del padre e incredibilmente riesce a provare pietà...
Stilisticamente il film fa scuola e presunti geni dell'ultimo minuto come tim burton dovrebbero inchinarsi a tali capolavori; in pratica parliamo di una messa in scena quasi da horror gotico antinaturalista, con controluci estremi, contrasti altissimi, luci tagliate e riferimenti al fiabesco, come il cadavere sotto l'acqua i cui capelli sembrano trasmormarsi in magiche alghe e gli animali che popolano le rive del ruscello.
Vabbè anche se il film è tutto un succedersi di scene meravigliose, un momento di montaggio che davvero che non si dimentica è quando mitchum insegue i due bambini verso la barca in mezzo alla palude e quando loro gli sfuggono emette un grido animalesco, quasi da uccello notturno, che risuona per tutta la valle accompagnado la dissolvenza successiva e mischiandosi al canto della bimba che accompagna il viaggio lungo il fiume...