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VASE DE NOCES regia di Thierry Zéno

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Weltanschauung     9 / 10  21/05/2012 15:39:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vase De Noces è un lungometraggio del Belga Thierry Zèno, è un perfetto esempio di cinema che va oltre il cinema. Qui si eccede, non si può neppur più parlare di settima arte, bensì di film che filma se stesso.

Per far comprendere la tipologia di film, i primi accostamenti che possono venire in mente sono Porcile di Pasolini, il pattume di Ciprì e Maresco ed il weird di Begotten.
La fonte di un'opera simile tuttavia non va ricercata in altre pellicole( tra l'altro, escluso Porcile, vengono tutte dopo) ma nell'arte di Hieronymus Bosch.
Bosch fu un pittore olandese del quattrocento che nel periodo dell'umanesimo italiano, negava la supremazia dell'intelletto mettendo in risalto gli aspetti trascendenti ed irrazionali.
I suoi quadri sono esattamente come film, in quanto possiedono una sorta di dinamismo sospeso, difatti non a caso molti dettagli delle opere di Bosch si ritrovano rappresentate in Vase de noces.

Un altro riferimento importante per il film di Thierry Zeno è L'Art Brut, un tipo di arte portata avanti da personaggi estranei a qualsiasi contesto culturale e derivanti da ospedali psichiatrici. Folli che esplorano il subconscio al di fuori delle norme estetiche convenzionali e senza preoccuparsi di essere capiti o accettati.
Certamente ad una visione superficiale questo film può esser scambiato per un mero tentativo di rendersi disgustoso e provocatorio agli occhi dello spettatore, ma non è così. La grande distribuzione ha tentato di venderlo con un titolo differente, "The Pig Fucking Movie", spacciandolo per una sorta di porno zoofilo.

Innanzitutto partiamo dal titolo, "La vase" è il fango, ovvero la mescolanza tra terra e acqua. Nelle allegorie alchimiste il vaso è un elemento primordiale. È nel vaso che l'alchimista mescola gli elementi che si trasformeranno in qualcos'altro.
La parola "noces" ("matrimonio") deriva direttamente da "Le Nozze Contadine", un dipinto del pittore fiammingo Bruegel. L'uomo che rappresentava Bruegel nei suoi quadri era una creatura grottesca che simboleggiava ironicamente le debolezze umane, immerso in un universo decadente composto da paure e deformazioni.
L'alchimia è certamente una delle tematiche principali del film, il regista stesso ha affermato come i libri di Jung sull'alchimia siano stati un importante elemento nel processo di scrittura. Difatti l'uomo, ritrovatosi solo, tenta degli esperimenti alchemici con l'obiettivo di trascendere il proprio corpo superandone i limiti e le leggi naturali. La coprofagia mostrata ha una connotazione psicanalitica e simbolica, gli escrementi possono essere considerati la materia che muta, una disperata ricerca di purificazione degli aspetti carnali del nostro corpo, ricavare qualcosa di spirituale nella materia.

A Bosch, a Bruegel e all'alchimia, aggiungiamoci infine anche il teatro della crudeltà di A.Artaud ed il cerchio si chiude.

Vase De Noces è, al di là di tutto, un' esperienza estrema dove si tenta di evocare un male immateriale, un principio sovrannaturale che deformi la materia, un dinamismo ostico e contro natura.
La struttura narrativa è inesistente ed incoerente, complessa dunque da descrivere. Vi è solamente un personaggio umano in tutto il film (il co-sceneggiatore Dominique Garny), egli s'aggira per una fattoria abbandonata tra suini e pollame, demolendo gradualmente i limiti che dividono l'uomo dall'animale. Tenta di attaccare teste di bambola sul capo di piccioni, mangia feci che raccoglie in barattoli e si accoppia con una scrofa. Quest'ultima a sua volta procrea dei maialini mutanti che il protagonista prontamente impicca, in preda al dolore fugge allora impazzita, ma viene ritrovata morta in una pozza di fango. L'allevatore la recupera e tenta di seppellirsi assieme a lei , ma dopo qualche tentativo esce dalla fossa e rimasto solo decide di impiccarsi.

Girato in B/N, sonoro ma non parlato, Vase De Noces è un incubo visivo dalla poetica surrealista, è l'apoteosi del caos primordiale dove istinti animaleschi e regressioni psicotiche si fondono in orizzonti inesplorati.
Straordinarie le musiche di Alain Pierre ad accompagnare le inquadrature di paesaggi minimali da immaginario alchemico.
Una visione certamente ostica, colma di scene al limite del sopportabile, specie quelle in cui il protagonista attua estremi tentativi per trascendere la propria corporeità e decomporre il proprio ego.
E se Pasolini utilizzava i maiali in modo simbolico e politico, qui si va oltre, collegandosi all'alchimia in un contesto di cinema sperimentale.

Il regista belga trascina lo spettatore in un universo regressivo, dove il contatto con la realtà è annientato a vantaggio dell'esplorazione degli abissi primordiali.
Vase De Noces è un capolavoro simbolico e dissennato che mi sento calorosamente di (s)consigliare.

"Ho vissuto i giorni delle riprese come in uno stato di "trance" Eravamo isolati e noi tre vivevamo vicino alla location del film le nostre vite erano assorbite dall'atmosfera del film.
Ci siamo occupati di tante cose come nutrire gli animali o seguire altri aspetti logistici. Non c'era una separazione tra i nostri ruoli come se uno dovesse occuparsi del suono e un altro delle luci. Collaboravamo tutti facendo quello che era necessario fare.
Abbiamo girato per un mese e I'abbiamo trascorso completamente immersi nella storia e in questa specie di pazzia che stavamo vivendo. Forse la parola "trance" è un po' esagerata, ma non avevamo certo un piano di lavorazione che ci diceva quando iniziare e quando finire. È stata un'esperienza di vita ma anche un'esperienza personale. Non avevamo disciplina."

"Io non sono un violento ma certamente I'arte deve essere violenta. Dato che sono un ammiratore di Ingmar Bergman, ho recentemente visto uno dei suoi classici Sussurri e Grida.
C'è una sequenza molto disturbante, dove una delle attrici si mutila il sesso con dei cocci di vetro per poi mostrarlo al marito negandosi a lui. È indubbiamente violento, ma appartiene all'arte come i quadri di Goya o certe poesie di Baudelaire che parlano di banchetti a base di feti cucinati."
L'arte non ha limiti riguardo alla morte. Anche quando nel cinema un animale già morto viene usato per evidenziare la crudeltà."