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PERCHE' IL PROFESSOR R. E' DIVENTATO MATTO? regia di Rainer Werner Fassbinder, Michael Fengler

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amterme63     7 / 10  23/09/2012 12:12:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film particolare che però tutto sommato alla fine mi è piaciuto e mi è rimasto impresso.
La vita quotidiana nuda e cruda, così com'è, può essere materia di un film? Sì, perché in genere la viviamo ma non ci riflettiamo mai sopra. Vista così, su di uno schermo davanti a noi, in maniera fredda e distaccata, rivela un sacco di condizionamenti, incomprensioni, difficoltà, insoddisfazioni. Si rimane colpiti e sorpresi dal vuoto e dal materialismo in cui viviamo. Soprattutto dalla mancanza di libertà. Ed è quello che questo splendido film di Fassbinder riesce a rivelarci.
Prima di tutto Fassbinder ricrea in maniera perfetta la sensazione di realtà quotidiana. I personaggi parlano spontaneamente, anche sovrapponendosi fra di loro. I dialoghi sono proprio quelli che noi tutti normalmente faremmo. Anche i luoghi inquadrati sono assolutamente ordinari. I rumori di fondo e i tempi morti non vengono tagliati. La mdp resta per lo più a lungo incollata sui primi piani dei personaggi, focalizzando così l'attenzione dello spettatore sulle sue reazioni, sugli atteggiamenti, sui pensieri che si presume stiano passando per la sua testa. Non c'è progressione o concatenazione narrativa che distragga dall'introspezione nei personaggi. Essendo tutto così normale e così quotidiano possiamo facilmente interpretare (sulla base delle nostre personali esperienze) le reazioni interiori dei personaggi (in base spesso anche a piccoli particolari delle espressioni, come ad esempio gli sguardi fissi e assenti, i segni di disagio, le reazioni trattenute, le ipocrisie diffuse, ecc.)
Vedere la nostra vita attraverso uno schermo sorprende, colpisce, affascina. Mai si sarebbe potuto pensare che fosse così meschina, stretta e soffocata dalle convenzioni. Solo una breve apparizione di Hanna Schygulla a inizio film lascia intravedere la possibilità di un modo di vivere diverso, libero, fuori da schemi. Ma è solo un accenno, lasciato subito cadere.
Il film scorre in maniera piatta e ordinaria fino al minuto 78. All'improvviso il protagonista perde il controllo e tutto precipita. Anche questo atto così repentino, così inaspettato e inspiegato viene filmato in maniera ordinaria e normale, distaccata e indifferente. Lo spettatore rimane ovviamente interdetto, non ce l'aspettavamo. Il protagonista ha sopportato, si è controllato fino ad ora e perché adesso tutto all'improvviso perde il controllo e cede di colpo?
E' questa la domanda che dà titolo al film e che rimane senza risposta. O almeno, chi guarda può provare a immaginare una risposta. Fassbinder lascia a noi la riflessione da fare sulla vicenda mostrata.
C'è da dire che una volta il vivere piccolo borghese era percepito come negativo e in qualche maniera si cercava di mettere in guardia, visto che era (è) un modo di vivere assolutamente alienante e impoverente. Ahimé, gli avvertimenti di tanti artisti dell'epoca non sono serviti a niente. Questo modo di vivere/mentalità ha trionfato, si è generalizzato e ha finito per diventare naturale, tanto che noi non siamo più in grado di percepirlo in maniera distaccata.
Meno male che ci sono documenti come questo che ancora riescono a farci riflettere.