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IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO regia di Sergio Leone

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amterme63     9 / 10  08/10/2007 22:56:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il valore di questo film è nell’unione fra immagini e musica per suscitare sensazioni di grandiosità e intensità. Tutto è esteticamente monumentale: i paesaggi, le riprese, i suoni e i personaggi, tutto cerca di creare la stessa sensazione che abbiamo quando ci troviamo di fronte a qualcosa che ci domina, ci affascina e ci annichilisce nella sua perfezione, bellezza e straodinarietà. Classicismo e monumentalità (anche nella durata) questo è il nucleo dell’arte di Leone, a lui il merito di aver tradotto questi concetti estetici in immagini cinematografiche.
I protagonisti del film sono la macchina da presa e i suoni. C’è un passaggio continuo fra splendide panoramiche, campi lunghissimi in cui si muovono sagome umane, primi piani, dettagli di occhi o di mani, campi e controcampi di facce mute; il tutto commentato da musiche fra le più belle mai composte e spesso anche da rumori di vento, spari e dal silenzio. Ogni scena viene dilatata, centellinata, rallentata proprio per farne risaltare la grandezza ed esaltarne la tensione emotiva.
In un film del genere i tre protagonisti non potevano essere che caratteri eccezionali, quasi dei “superuomini”. Qui si comincia un po’ ad entrare nei difetti del film. Tutti sono molto simili nel loro essere preda della frenesia dell’oro: il loro unico principio guida, al di là del bene e del male (non esiste una figura femminile, la gentilezza o l’amore). Sono molto dotati di scaltrezza, furbizia, durezza e risaltano in una società di gente opaca e vile, in preda alla legge del più forte e dilaniata dalla violenza irrazionale della guerra civile (i nostri “eroi” sono così scusati, visto che tutta la società è violenta e senza legge). Il “Buono” lo è solo in maniera molto simbolica e superficiale e non si perita anche lui di uccidere o fare soffrire senza tanti patemi. Non a caso ha più o meno la solita espressione in faccia dall’inizio alla fine del film. L’unico carattere un po’ sviluppato e quasi umano è quello del Brutto: di lui conosciamo la storia familiare e i condizionamenti della povertà, la sua faccia mostra più espressività e varietà degli altri due messi insieme. Del resto i caratteri devono essere solo duri nella loro corazza e espressivi nei loro sguardi per servire all’estetica del film. La sceneggiatura stessa ha diverse pecche, come le molte coincidenze che determinano lo svolgersi dei fatti o il destino dei personaggi. I dialoghi sono poi molto stilizzati e ridotti all’osso. E’ facile trasformare l’ambiente e le storie in cliché ripetuti in fumetti o B movies, ma i film di Leone si distinguono per essere sublimi nella loro perfezione formale. Indimenticabile.