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IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO regia di Sergio Leone

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stratoZ     9½ / 10  06/10/2023 17:40:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Capitolo finale della trilogia del dollaro e a posteriori diventato uno dei western più celebri di tutti i tempi, considerato a ragione l'esempio perfetto di spaghetti western, Leone realizza la sua opera definitiva - ma attenzione a parlare di migliore perché il regista riuscirà a stupire ancora il pubblico - nel genere affinando ancora di più il suo stile, raggiungendo livelli di epicità, pathos, regia, umorismo e tecnica vertiginosi e questa volta integrando anche significati più profondi - elementi che mancavano negli scanzonati film precedenti - pur sempre restando fedele allo stile sporco e sgangherato che ha reso celebre la trilogia.

Il buono, il brutto, il cattivo non è altro che un'odissea dei tre personaggi principali nel vecchio west, con la contestualizzazione della guerra civile americana che influirà sulle vicende dei protagonisti, un viaggio di quasi tre ore verso il tanto desiderato carico d'oro, da sempre oggetto del desiderio nel west ma anche nel western, da notare come Leone aumenta vertiginosamente la ricompensa questa volta, se nel precedente "Per qualche dollaro in più" l'uomo senza nome guadagna circa 40.000 dollari dalla riscossione delle taglie, qui la posta in gioco sale a 200.000 dollari, e proporzionalmente aumenta anche il tempo e la fatica per conquistarli, un modo di Leone per esasperare la brama di denaro dei pionieri del west - Tarantino in futuro prenderà spunto e farà anche qualche McGuffin al riguardo, togliendo totalmente valore all'oggetto dei loro desideri -

Come per i due precedenti capitoli si parte con dei titoli di testa fantastici, da fumettone e con la colonna sonora di Morricone, che anche questa volta sarà onnipresente nel film, fatta da quelle poche note diventate ormai un'icona del genere, citate, omaggiate e ricitate da innumerevoli altre opere, ormai un colosso della cultura popolare, e sicuramente anche a chi sta leggendo il mio commento in questo momento riecheggiano le note di Morricone in testa.
Ma andiamo avanti, il film si apre con l'introduzione dei tre personaggi che saranno il fulcro della lunga avventura a cui si assisterà, Leone affila ancor di più il suo stile introducendo anche l'elemento dei titoli durante il film per presentare i personaggi, aumentando ancor di più la caricaturalità e lo spirito fumettistico di cui le opere precedenti erano già parecchio pervase.

Se il personaggio di Clint lo conosciamo tutti dalle due opere precedenti - e anche se fondamentalmente si tratta di personaggi diversi le caratteristiche psicosomatiche sono identiche - la principale novità sta nel Brutto, il personaggio interpretato da Eli Wallach, grande mattatore del film, non soltanto brutto come da soprannome, ma un delinquente senza scrupoli, sporco, avaro, vendicativo - comunque capisco in parte il suo desiderio di vendetta - parecchio sopra le righe, anche un po' codardo, molto picaresco e forse quello verso il quale si prova più empatia nel film.
E poi c'è sentenza, interpretato da Lee Van Cleef, non molto differente dal cacciatore di taglie del film precedente, freddo e spietato, furbo e composto, è il primo che viene a sapere del carico d'oro, la sua linea temporale per la prima metà di film si distaccherà dalle avventure del Buono e del Brutto, incontrandosi casualmente più avanti.

L'opera nelle sue tre ore affronta diversi momenti importanti, suggellati dall'epicità narrativa e registica a cui Leone da totalmente sfogo, con scambi di battute al vetriolo, inquadrature ricercatissime, ancora una volta un sonoro invadente che sottolinea i momenti di epicità per renderli ancor più notevoli, potremmo parlare di una ridondanza piacevole, un postmodernismo in provetta che Leone mostra al mondo anni prima.
Tra una scaramuccia e l'altra, qualche abbandono nel deserto, qualche rischio di impiccagione, tutti elementi trattati con una fervida autoironia, il Brutto ha messo nel sacco Clint e sta per ucciderlo, però arriverà la carrozza col tanto ricercato Bill Carson che per caso rivelerà metà informazioni ad uno e metà informazioni all'altro, prima di morire, fantastica questa escamotage per salvare la vita a Clint - forzata al punto giusto proprio per mostrare la natura finzionale dell'opera, in coerenza con i film precedenti - a questo punto i due andranno in viaggio verso questa montagna di denaro, che sappiamo essere seppellita in un cimitero.
Il lungo viaggio si farà sempre più interessante, tra la missione dove vi è il fratello del Brutto, in cui vi è un momento di riflessione e umanità e le scene successive riguardanti l'esercito, ecco se fino a quel momento il film aveva mostrato solo la sua spensieratezza epica in cui la guerra era prettamente un contorno scenografico - fatta eccezione per la cannonata che ha salvato la vita a Clint durante l'impiccagione dentro casa, tra l'altro con l'uso del montaggio analogico, grande trovata - è in questa seconda parte che i nostri protagonisti toccano con mano ed entrano nel vivo della vicenda bellica, dovendosi destreggiare prima nel campo di prigionia dove con i nordisti vi è Sentenza, che accortosi dell'identità presa dal Brutto come Bill Carson cercherà di sfruttarla a suo favore - brama di denaro che supera gli ideali - e successivamente nella scena del ponte, dove i due faranno amicizia col Capitano Clinton, un capitano sincero anche a causa del suo stato di ubriachezza che lamenta l'inutilità della missione e dell'accanimento verso la conquista del ponte, è qui che il film sottolinea la velleitaria brutalità della guerra, regalandoci una amara quanto sentita scena, col capitano in fin di vita che vuole vedere esplodere il ponte per cui ha tanto combattuto, per porre fine al massacro dei suoi uomini, spirando poco dopo aver sentito l'esplosione, uno sguardo compassionevole che Leone si concede per la prima volta.

Poi si arriva al finale, tanto bello quanto diventato iconico, la parte al cimitero tra le migliori del film con continui ribaltamenti di posizioni, ancora momenti epici e ovviamente il triello, in cui Leone si supera e realizza una costante crescita di tensione che si può tagliare a fettine, l'avvicinamento progressivo della telecamera alle espressioni dei protagonisti, un montaggio a tempo con la musica da cui molti in futuro prenderanno spunto, l'epicità che raggiunge l'apice, per poi arrivare alla tanto sognata ricompensa dopo quest'odissea sporca e sudata nel selvaggio west.

Semplicemente uno dei film più importanti di sempre, stilisticamente, tematicamente, un macigno dall'enorme influenza che mescola sapientemente le componenti drammatiche della guerra con la scanzonata ironia del buddy movie, regalandoci un gran numero di scene epiche, tra quelle che non ho citato, anche lo scontro tra gli uomini di sentenza con Clint e il brutto, ma anche l'omicidio nella vasca, ma ce ne sarebbero molte altre. "Il buono, il brutto, il cattivo" è un viaggio nel west da godersi il più possibile.