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PER QUALCHE DOLLARO IN PIU' regia di Sergio Leone

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elio91     9 / 10  14/09/2010 00:16:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ritornano i personaggi egoisti e sporchi di Per un pugno di dollari in questo ideale seguito e secondo capitolo della Trilogia del dollaro.
Come dire,Leone migliora sotto tutti gli aspetti proponendo una storia diversa pur con lo stesso personaggio principale (Eastwood sempre perfetto) affiancandogli stavolta un partner/rivale che entra nella storia del western,un Lee Van Cleef dalla fisionomia indimenticabile. E ancora,Volontè nella parte del cattivo (mostruosamente brutale,magnifico anche lui) come nel lavoro precedente,ancora Morricone che qui da sfoggio per l'ennesima volta delle sue capacità con motivetti fischiati e musiche che non ti usciranno più dalla testa. Quindi è tutto come Per un pugno di dollari ma Leone perfeziona un pò tutto,aggiunge carne al fuoco e getta i germi dei successivi (capo)lavori come il tema dell'amicizia o della vendetta.
Ogni inquadratura è ricercata ma funzionale a ciò che vuole dire la trama,alcune sequenze sono monumentali come il famosissimo duello finale sulle dolci note di vendetta del carillon.

La vendetta,si diceva. Per l'ennesima volta Eastwood (o il Monco) agisce per denaro,si rivela egoista per poi cambiare aspetto alla fine. Il rapporto che si instaura col Colonnello è ottimamente rappresentato come un amicizia tra due uomini d'onore pronti a diffidare dell'uno e dell'altro e anche ad aiutarsi nel bisogno. E come a dire che il denaro non conta tutto,il finale sarà rivelatore. Quel carillon che ossessiona i sogni o gli incubi dell'Indio si rivelerà essere anche il vero motivo della ricerca del Colonnello,quasi certamente tormentato anche lui dal motivetto ossessivo.
Non c'è quindi solo egoismo,né soltanto violenza e spettacolo: ciò che rende i western di Leone tanto importanti e una spanna sopra gli altri lavori del genere è proprio la profondità di una trama che all'inizio non potrebbe sembrare più banale e che si rivela essere qualcosa di più malinconico e triste.
Quasi non c'erano aspettative di bissare il successo del film precedente,ma la maturazione stilistica di Leone invece continua e investe ogni aspetto della sua opera,imprimendosi nella mente dello spettatore che riuscirà a non ricordarsi solo le sparatorie (tante) e la violenza ma anche lo sguardo del Colonnello mentre guarda la foto nell'orologio.