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PER UN PUGNO DI DOLLARI regia di Sergio Leone

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stratoZ     8½ / 10  04/10/2023 17:53:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Sebbene si stia parlando di un film comunque di altissima realizzazione - concordo anche con chi lo definisce acerbo, ma è un parere dettato dal sapere già cosa verrà dopo, dubito si sia potuto definire così un film del genere alla sua uscita - il valore artistico del primo western di Sergio Leone aumenta esponenzialmente contestualizzandolo storicamente e capendo la funzione che ha avuto nel passaggio da uno stile classico ad un modernismo più marcato che riflette su se stesso e riesce ad avere delle componenti autoironiche che mancavano quasi sempre in passato - non è un caso che anche se si parla di western classico, la maggior parte dei film a sfondo umoristico siani venuti dopo questo, basti guardare "There was a crooked man" di Mankiewicz ed "El dorado" di Hawks -

Già a partire dagli iconici titoli di testa animati, con la musica di Morricone, beh quello è un momento impareggiabile, e tornando al discorso di prima, chi ha già visto la trilogia vede quei titoli e quella musica come un'overture epica immaginando le scene cult che verranno col passare del minutaggio.
Inizia il film e il nostro eroe interpretato da Clint Eastwood nell'espressione col cappello e col poncho arriva in questa città non troppo popolata in cui viene già aggredito a prescindere senza che abbia fatto nulla da tre pistoleri, tramite il locandiere, che diventerà il suo migliore amico in questo film viene a scoprire la situazione della città, contesa tra due famiglie che vogliono gestire i business e in continua faida, tanto che gli uomini più occupati del paese in quel momento sono il beccamorto e il campanaro.
Già dall'incipit si vede un'ironia di fondo, non tanto un'ironia che vuole far ridere ma qualcosa di più sottile, sembra di più un'epicizzazione sgangherata che fa riflettere sugli stereotipi a cui il western è andato in contro nel corso dei decenni in cui si è evoluto, ma non vuole farlo in maniera critica, quanto in maniera omaggiante, il carattere schivo e di poche parole del personaggio interpretato da Clint contribuisce ad alimentare questo omaggio non essendo altro che una versione estremizzata degli antieroi dei western di Ford, Hawks, Mann e compagnia bella, con la solita caratteristica di sorbirsi le spacconerie dei villain del film in silenzio per poi vendicarsi in un secondo momento.

La storia dice che il western classico a quel punto lì era saturo, di base è vero, in realtà le grandi pellicole western continuavano ad uscire anche attorno a quegli anni - "The man who killed Liberty Valance" è di soli due anni prima per fare un esempio - soltanto che stavano già evolvendosi e arrivando ad un bivio che avrebbe diviso il genere per sempre, perché se Leone omaggia e ricalca ironicamente il western classico, una manica di autori stanchi degli archetipi tipicamente razzisti ed eccessivamente mascolini del genere si stavano ribellando e portando il genere verso un nuovo revisionismo, quello che cambia è semplicemente la concezione, Leone prende spunto direttamente e non rinnega il passato, i revisionisti rinnegano e vogliono dare nuovi connotati ad un genere fino a quel momento troppo accondiscendente con la parte razzista, sessista e conservatrice dell'America, ma adesso sto andando fuori tema, torniamo al film.

Lo sviluppo della trama in realtà è molto semplice, il nostro (anti)eroe si metterà in mezzo a questi business mettendo continuamente le famiglie contro e prendendosi commissioni per le soffiate inventate da lui stesso, causando scontri a fuoco e accendendo la faida sempre di più, qui ritorna il tema dell'avidità, anch'esso portato ad un estremizzazione.
Arriverà però un momento in cui il pistolero infallibile - in caso a qualcuno fosse rimasto qualche dubbio - si renderà conto di essere andato troppo oltre, ma sarà troppo tardi a quel punto perché la banda dei Rojo - capitanata da Ramòn, interpretato nientedimenoche da Gian Maria Volonté - riuscirà a catturarlo e disarmarlo, fino al momento in cui dovrà assistere impotente al massacro dei Baxter fatto a sangue freddo e anche uccidendoli disarmati dopo che si erano arresi, ovviamente seguirà la classica vendetta come da buon western che si rispetti.

In tutto questo svilupparsi della trama Leone ha tante invenzioni, dalla splendida scena al cimitero, stratagemma per trarre in inganno le due famiglie a scene con un umorismo di fondo maggiore, parlo ad esempio di quella della botte, in cui Clint scarica addosso agli scagnozzi di Ramon una botte gigantesca lasciando un buco che neanche nei cartoni animati, ma anche quando Clint spara di nascosto ad uno dei Rojo e tagliando le corde gli tira una badilata del tettuccio in pieno viso, ecco queste scene rendono bene l'idea di cinema che Leone stava sviluppando, rendendo questi personaggi quasi plasticosi, con questa epicità che si respira spezzata benissimo da momenti del genere - a Bud e Terence non sarà venuto difficile realizzare le loro prime parodie perché qui avevano già ottimi spunti -

E poi la scena del duello, con l'infallibile Ramon che scarica una decina di colpi su Clint ma non riesce ad ucciderlo semplicemente perché ha uno scudo sotto il poncho a proteggerlo, ecco questa la vedo come una vittoria dell'intelletto sulla forza, non è poi tanto vero che "quando un uomo con una 45 incontra un uomo col Winchester, l'uomo con la 45 è un uomo morto"

La regia di Leone non è ancora al suo apice come avverrà nei film successivi ma abbiamo già tanti ottimi spunti, tra primi piani, una vicinanza maggiore ai soggetti rispetto al western classico che tendeva ad essere più di ampio respiro, qualche accenno di piano italiano c'è già e un montaggio che si fa sentire molto denunciando esplicitamente la sua natura cinematografica e di finzione. Poi c'è la colonna sonora di Morricone, che parliamoci chiaro, è invadentissima, ma va benissimo perché porca ******* quanto è bella.

Un western straordinario e un macigno di storia, ma il bello è che eravamo solo all'inizio.