caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

PER UN PUGNO DI DOLLARI regia di Sergio Leone

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento paul     9 / 10  28/10/2004 19:35:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il primo western di Sergio Leone, regista che se non per tutti ha rivoluzionato il western, ha sicuramente rivoluzionato il cinema. Dopo questo film il modo di girare e di concepire la violenza sul grande schermo cambierà completamente. Già dalla sigla (che verrà poi ampliamente "completata" nel buono-brutto-cattivo) si capisce che ci troviamo di fronte a qualcosa di nuovo e mai visto prima e le inquadrature iniziali lo dimostrano. La fotografia originalissima è di Tonino Delli Colli, ma Leone ci mette del suo.
Gira in Andalusia, con due lire e incassa uno sproposito in tutto il mondo. Tra l'altro a tutt'oggi Leone è l'unico regista non anglofono ad essere penetrato sul mercato americano direttamente dalla porta principale. Mi spiego meglio: quando esce o usciva un film europeo, questo veniva sempre distribuito su una sorta di mercato parallelo. Vale a dire che, per fare un esempio, se un abitante di New York avesse voluto vedersi un film di Bunuel o Kurosawa allora, come un film di Roberto Benigni o Kusturica oggi, questi film venivano proiettati in cinema diversi da quelli dove venivano proiettati i film statunitensi o britannici. Da qui il perchè film di grande successo come "La dolce vita" ad esempio, hanno in realtà incassato in America più sulla carta che nel vero dato di fatto. "L'ultimo imperatore" di Bertolucci, il più grande successo europeo negli States prima del "la vita è bella", non arrivò ai 20milioni di dollari di incasso. La vita è bella ne ha incassati 70, ma fa eccezione. Leone invece è sempre riuscito a farsi distribuire sul normale circuito, in pratica i suoi film erano normali film americani che uscivano nelle sale dove poteva a fianco venire proiettato un blockbuster del momento.
Incredibile e indovinatissima la scelta di Clint Eastwood come protagonista, il quale tutt'oggi deve tutto al regista italiano. Eastwood rappresenta l'eroe con macchia e paura, che bada più al proprio tornaconto che al bene dell'umanità. L'attore, monoespressivo, ha trovato in ogni caso in quella sua imperturbabilità del viso,una sorta di nuova concezione dell'eroe. Scorsese disse di essersi ispirato ad Eastwood per disegnare il suo taxista del celeberrimo film interpretato da De Niro. Con questo film Leone entra nel mito e disegna il mito (sono certi i riferimenti a Shakespeare, ed oltre al già citato film di Kurosawa, il film prende spunto sicuramente dall' "arlecchino servo di due padroni" di Goldoni).
Un successo inaspettato, ma meritato: non nesagero a dire che vedendo i film di Leone mi sento veramente orgoglioso di essere italiano. Anche un rilancio definitivo del cosiddetto "manierismo", cosa di cui siamo completamente incapaci nei film italiani di oggi. "Solo" 9 di voto perchè i successivi film di SL (dimenticate però "Il colosso di Rodi", girato comunque prima) soino gli autentici capolavori.
Un discorso a parte merita la musica leggendaria di Ennio Morricone: i motivetti della trilogia del dollaro e dei successivi diventeranno famosi in ogni angolo di pianeta. Leone ha rappresentato un modello per molti registi esordienti e di vecchio stampo: Kubrick rimase molto impressionato dall'uso della musica e della violenza del film e se ne servirà nell' "arancia meccanica".
Quentin Tarantino ha detto che se si è appassionato di cinema, questo è grazie al cinema di Sergio Leone. Ed infatti le sue pellicole sono infarcite di riferimenti al grande regista.
In utlimo torno a ribadire ciò che ho scritto all'inizio: so che molti non condividono questa idea, ma secondo il mio parere il vero western lo ha inventato proprio SL: il pistolero senza macchia e senza paura non era John Wayne o Gary Cooper (grandissimi attori per carità) ma il cinico Eastwood, col sigaro in bocca, e l'azione motivata solo dalla ricerca del soldo. Non era Wayne, sempre pulito e senza sbavature, ma lo sporco pistolero dalla barba incolta.
Dopo questo straordinario successo Leone proseguirà il suo personale cammino imboccando una strada cinica, ma grottesca e comica allo stesso tempo.


spoiler (per chi ancora non lo sa)

celeberrima è rimasta la scena in cui Antonio Rojo, interpretato dal bravissimo Gian Maria Volonté spara ad Eastwood e questi continua a rialzarsi dopo essere stato colpito: il perchè viene poi rivelato: si era nascosto sotto il mantello una sorta di giubbotto antiproiettili di piombo. Una scena rimasta scolpita nella memoria di ogni cinefilo...
gerardo  05/11/2004 17:37:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Credo che i film di Leone fossero girati in inglese, cosa fondamentale e che di fatto spalanca le porte al mercato americano.
Non condivido ovviamente il fatto che Leone abbia inventato il vero western, che è quanto di più americano (culturalmente) ci possa essere. Quella di Sergio Leone è una rilettura più "ideologica", che rivede tutti i valori (fondanti) della nazione e della cultura americana (la nascita della nazione - con la dichiarazione dei diritti -, il viaggio epico ad ovest, la conquista a discapito dei pellerossa, il rapporto dei coloni prima e degli "americani" poi con le civiltà autoctone, ecc.) con un'ottica più pessimistica e politica: tutti si muovono esclusivamente per soldi, nessuno si fida dell'altro, i morti si contano con e come i dollari... E poi dire che il western l'ha inventato Leone significa cancellare John Ford, Henry Hathaway, John Sturges, Raul Walsh, Howard Hawks, per citarne solo i più importanti (e che mi vengono ora in mente), cioè il meglio del cinema americano... Bè, sarebbe un peccato!
C'è un aspetto curioso che si conosce poco riguardo alle citazioni di Tarantino dal cinema italiano: in Kill Bill vol.1 c'è un pezzo di Luis Bacalov che s'intitola "The grand duel", di cui stranamente non viene mai dichiarata la fonte (come invece succede per altri spunti). Quel pezzo fu scritto per la colonna sonora di un film di Giancarlo Santi, del '72, "Il grande duello", praticamente sconosciuto (e impunemente saccheggiato) western all'italiana. G.Santi era l'aiuto regista di Sergio Leone e Anton Giulio Mancino (che gli ha dedicato anche un articolo appassionato su una rivista di cinema, forse Sentieri selvaggi - guarda caso il titolo di un western di Ford...) sta ultimando un documentario sulla sua esperienza cinematografica.
Invia una mail all'autore del commento paul  06/11/2004 17:25:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non la sapevo questa di Bacalov...davvero interessante....Hai visto Milano Calibro9 di Fernando di Leo? La colonna sonora è veramente grandiosa (come il film ovviamente). E' reperibile il film che citi?
Lo so, la frase "Leone ha inventato il western" non è condivisa dai più...ed è molto probabile che mi sbaglio...Anche perchè non ho una forte cultura dei film western...Gli unici che mi piacciono (anzi venero) sono quelli di Leone, Mezzogiorno di fuoco ed alcuni di Ford...Però non so perchè inconsciamente mi viene da pensare che il Monco o il Brutto siano più vicini al vero cowboy di un Wayne....ad ogni modo vedrò di vedermi (scusa il gioco di parole) qualche altro western...Su una cosa però sono convinto: dopo i western di Sergio Leone, il cinema è cambiato...saludos
gerardo  08/11/2004 12:57:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non so se i film di Santi (in tutto 3) siano reperibili: se sì bisogna girare parecchio per trovarli.
Naturalmente condivido il fatto che i western di Leone siano più "accattivanti" (almeno dal nostro pdv europeo/italiano) e che abbiano influenzato la cinematografia mondiale dagli anni '60 in poi. saluti

PS: Non ho visto Milano calibro 9...
Invia una mail all'autore del commento paul  08/11/2004 14:04:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
se ti piace Tarantino e/o i polizieschi all'italiana, Milano calibro 9 è un vero capostipite...cercherò Santi qua e la...alla prossima (caruso è forte, anche se mi è piaciuto più in altri commenti).
Invia una mail all'autore del commento paul  08/11/2004 14:05:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
la colonna sonora è di bacalov ovviamente...
gerardo  08/11/2004 17:34:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
di Milano calibro 9?
A proposito, credo che la puntata di Blu Notte di 2 domeniche fa s'intitolasse proprio Milano calibro 9...
Invia una mail all'autore del commento paul  09/11/2004 11:09:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, bacalov ha musicato anche Milano calibro 9. C'è anche un libro di Giorgio Scerbanenco con lo stesso titolo, te lo consiglio. Una ventina di racconti noir, uno più bello dell'altro. Dei capolavori.