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URGA, TERRITORIO D'AMORE regia di Nikita Mikhalkov

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  22/08/2007 14:12:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'entusiasmo della critica e dei giurati del festival porta lo spettatore (in quel caso io, proprio a Venezia) ad entusiasmarsi per la ricerca poetica di un film che vorrebbe essere epico e realista, ma non ha certo la forza di Dersu Usala di quel capolavoro di Kurasawa che pure stilisticamente andava in un'altra direzione.
Tutta la prolissità di Michalkov, piena di lungaggini contemplative nella prima parte (diciamolo, è una vera tortura dover tenere gli occhi aperti alla ricerca di qualche simbolismo teologico più o meno sottinteso) costringe gli spettatori a sorbirsi almeno un litro di caffè supereccitante per restare svegli, e alla fine a plaudirne l'iniziativa e il commovente responso "genetico".
Alla fine, tra tanta pretenziosità da grige eminenze della critica à la page, ciò che viene esposto è piuttosto semplice per non dire ruffiano.
Eppure commuove, poco da fare: se il retaggio per arrivare a questo è l'esposizione di una "civiltà" che il "Nobile e arricchito" Michhalkov assurge ipocritamente a Eden di purezza, anche codesto polpettone per intelletti fini ha una sua ragione d'essere