Terry Malloy 6 / 10 05/01/2016 18:29:02 » Rispondi Prima volta che vado al cinema per Zalone e prima volta che guardo un suo film. Mi sono accostato a questo fenomeno con la più totale simpatia, anzi forse aspettandomi troppo. In primis, un significato superiore, ad hoc per persone come me, ma non me ne faccio una colpa vista la gazarre scatenata dai giornali, in secundis per ridere di gusto, visto il talento del comico barese sprigionato su altri canali. Niente di tutto questo, e la risposta è semplice: nel primo caso, Zalone mi ha dimostrato di sbattersene del pubblico colto rappresentato in questo caso da me, nel secondo caso semplicemente non mi ha fatto ridere. Per nulla. Non mi esprimo sui complessi significati socio-culturali insiti nel film e nella figura di Zalone, perché altri critici intelligenti lo hanno fatto. Io, come tutti, sono andato al cinema per divertirmi, e oltre a non essere successo (comicità volgare, scontata e populista), mi sono anche infastidito, e a ragione: sentire la gentaglia del popolo vociare e smaniarsi per ogni cag.ata detta da Checco Zalone, esattamente come era successo per l'ultimo Tarantino, mi ha definitivamente convinto che la cultura è un male, che ti porta a odiare i tuoi simili e che non fa altro che riprodurre lo stanco meccanismo della saggezza flaubertiana: il dramma della scelta tra l'amore di sé e l'amore degli uomini. Che poi è anche il concetto sotteso a questa sorta di commediola di formazione.
Riporto però una bella citazione dall'articolo di Nicola Lagioia: "Sventurato il paese che ha bisogno di fare il gioco della torre tra intrattenimento e autorialità".
El merendero 05/01/2016 19:26:13 » Rispondi Mi hai fatto tenerezza Terry quando, rimembrando involontariamente Faust, sei rimasto oltraggiato dal raglio del popolino. Già te lo disse Manzoni che un volgo disperso nome non ha ... pertanto cosa cercavi in quella sala?