hghgg 7 / 10 01/01/2016 16:48:17 » Rispondi Jim Sheridan, come cineasta, è sempre stato un ottimo narratore di storie, principalmente crude, intense, drammatiche e commoventi. Anche biografiche, a volte. Cito grandi film come "Il mio piede sinistro" "Nel nome del padre" e "The Boxer" che, oltre a consacrare il talento di Daniel Day Lewis, hanno permesso a Sheridan di farsi notare come uno dei più talentuosi autori britannici (pardonissimo, irlandesi).
Negli anni '00 (eccezioni a parte) sembra aver perso lo smalto degli anni '90 a dire il vero, trasformandosi più in un buon mestierante che sa fare benissimo il suo lavoro. E non solo come autore ma anche come regista a cui viene affidata la direzione di un remake, proprio perché lui resta comunque un'abile narratore di storie, come autore o meno. Il remake ovviamente è americano, il solito vizio, ovviamente è uno Sheridan prestato ad Hollywood (ma questa non è una novità e nemmeno un problema) e nel caso specifico il film riprende un film danese del 2004 diretto da Susanne Bier "Non desiderare la donna d'altri".
Secondo me è stata una bella idea affidare il remake ad un regista abile e capace come Sheridan, sempre bravo a mettere in risalto dramma e intensità emotiva senza risultare forzato e banale.
Così, in breve, storia stra-classica, se volete anche scontata, prevedibile e tutto con una sceneggiatura senza particolari punti d'interesse o senza guizzi particolari, scritta con mestiere, anche nei dialoghi e con la regia precisa e solida di Sheridan a creare riusciti ed intensi momenti di climax drammatico sebbene in un contesto non particolarmente originale o geniale o chissà che. Però, al contrario dell'originale o dei film dello Sheridan autore questo non riesce a smuovere dentro, a commuovere. Ben realizzato ma costruitissimo, solo mestiere.
Affidato ad un cast ben affiatato, con cui si va sul sicuro sia dal punto di vista della qualità dell'interpretazione che del richiamo in fatto di popolarità. Un buon Tobey "Peter Parker" Maguire, Jake Gyllenhaal che negli ultimi tre anni è davvero diventato attore di grande spessore ("The Prisoners" "Enemy" "The Nightcrawler") ma che già allora difficilmente deludeva ed era già tra i più talentuosi della sua generazione, qui comunque non certo alla sua prova più convincente e poi la DEA meravigliosa Natalie Portman, abbonatissima ai drammi più strazianti (ma brava anche nelle commedie) e lei si davvero sempre (escluse rare eccezioni in càzzatone tipo "Guerra dei cloni" o "Thor" che evidentemente fanno càgare a lei in primis) ma proprio sempre molto brava, intensa e convincente. Con la Portman si va sempre sul sicuro.
Be, se vi accontentate, un buon film drammatico di mestiere, discreto remake nelle mani di un ottimo regista. Certo se agli americani passasse 'sta mania ossessivo-compulsiva dei remake...