caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA GRANDE BELLEZZA regia di Paolo Sorrentino

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento williamdollace     9 / 10  27/05/2013 23:28:15 » Rispondi
"Ci si trascina di notte per le vie e si parla tra sé. Il dialogo alligna di giorno e risuona dei suoi traffici ignobili. Di notte si monologa. Come dei re" Manlio Sgalambro, Del pensare breve, 1991

Fra personaggi come piccoli monumenti a se stessi Jep Gambardella cammina come Il Divo tornando di notte a calpestare gli affluenti più deserti della Città o il fianco di un Tevere riappacificato con i ponti che lo attraversano.

E proprio in questo, Roma sta alla Grande Bellezza di Paolo Sorrentino come New York sta a Shame di Steve McQueen.

Nella miseria come costante, la bellezza è un disperso e improvviso stupore protetto da una metropoli insonne, che osserva distante il vuoto costante riempito dalle marionette che le brulicano ai piedi, mentre tiene i suoi segreti secolari e la sua grande bellezza sotto la chiave dell'affidabilità o dietro la maschera della fede.

E nel mezzo, sotto una coltre di miseria, vediamo sedimenti che non si sono mai calcificati del tutto come i ricordi di una gioventù sotto lucchetto che muore, tranne che nei ricordi, assediati dall'assordante e costante Rumore del nulla prodotto dai manichini decapitati.

In questo vortice infernale, a feste attraversate da trenini che non vanno da nessuna parte di Nobili e culi a noleggio si contrappongono anfratti da ascoltare fino all'alba sotto lo sguardo surreale di una giraffa magica o davanti ad affascinanti fenicotteri al tramonto.

Nella rincorsa contro la paura si corre restando immobili, si nuota restando sul posto in un fazzoletto di piscina, senza mai raggiungere la sponda.

Decadenza, Fallimento, Silenzio.

La via della grazia è la prima pagina di un romanzo che sta per iniziare. Dalle radici.