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LA GRANDE BELLEZZA regia di Paolo Sorrentino

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CinemaD'Arte     8 / 10  24/05/2013 18:40:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è tanto da dire e discutere su un film la cui ambizione è ai massimi livelli, che grida da sé al capolavoro, pur non essendolo, grazie ad un regista dall'alto profilo immaginifico che mette sul piatto tanto di cui disquisire, su cui soffermarsi e che lo fa ottimamente. Partendo da una regia eccelsa fatta di tanti virtuosismi con la macchina da presa, empio di carrellate eleganti e voli pindarici che ammaliano e seducono visivamente lo spettatore, con lo sfondo di una Roma tanto bella quanto decadente. Se c'è una cosa che si può certamente imputare a Sorrentino è in qualità di sceneggiatore quando, dopo un primo tempo surrealmente ai limiti della perfezione, la storia quasi si ferma, girando sin troppo su se stessa a causa forse anche della evitabile ed estrema lunghezza della pellicola. Tralasciando i tecnicismi, il film non è altro che una disamina sulla realtà del nulla, sul riconoscimento della vacuità sui cui l'umanità si è adagiata, sulla decadenza sociale, politica, culturale che, come piaghe, mettono in ginocchio la società ed il mondo moderno. C'è chi ci vive in tutto questo nulla, come il superbo e fenomenale protagonista Toni Servillo alias Jep Gambardella, scrittore fallito a cui non resta null'altro oramai che diventare l'indiscusso Re della mondanità, dei salotti-bene, lasciandosi cullare da quel nulla travestito da qualcosa che dà senso alla propria esistenza, fin quando non ci si desta e si prende reale coscienza di quella condizione fatua e vanesia. Nessuna magia, d'altronde è tutto un trucco, come una giraffa che magicamente sparisce dinnanzi ai nostri occhi. Cosa rimane, allora, se non andare alla ricerca di quella grande bellezza a cui fa riferimento il titolo? Perché si arriva ben presto all'età in cui non c'è più tempo da perdere con cose che non si vogliono fare, sperando che non sia già troppo tardi.