amterme63 7 / 10 09/12/2012 21:47:33 » Rispondi E' un film imperfetto ma se devo dire la verità mi ha lasciato piuttosto impressionato alla fine della visione, tanto che ci ho pensato anche il giorno successivo. L'elemento che mi è piaciuto di più è la tensione, la tensione continua che scorre per tutto il film e non molla mai, nonostante una sceneggiatura piuttosto complessa, con molti salti temporali e una resa dei caratteri abbastanta statica e convenzionale. La forza di suggestione emotiva è il marchio di fabbrica di Lynch, sia che diriga film tradizionali o di avanguardia ed è ciò che distingue i suoi film da quelli degli altri registi. Già "Eraserhead" immergeva dall'inizio alla fine in un maelstrom fatto di angoscia e disagio, "Elephant Man" e la sua storia prendono l'animo dello spettatore e lo toccano nel profondo. Con "Dune" in qualche maniera Lynch cerca di riprodurre emotivamente nel cinematografo il mondo dell'epica. La saga di Paul Atreides potrebbe essere assimilata alle saghe antiche sugli eroi semidei guerrieri (Rama, Gilgamesh, Achille) o alle attese messianiche di un individuo grande capo o condottiero, che sono una costante dell'immaginario collettivo di tutti i popoli. "Dune" vive di questo spirito aristocratico, dove contano solo poche persone speciali mentre il resto del mondo fa da sfondo e segue fedelmente e senza discutere ciò che gli "eletti" decidono per loro. Lynch però mette un po' in secondo piano i lati etici o politici della vicenda (pur sempre importanti per la comprensione dell'opera) e si concentra sui lati interiori dei personaggi protagonisti positivi. "Dune" si risolve così in un film formazione di un un individuo eletto, come si sviluppa la sua coscienza e in che maniera si rende conto del suo essere "speciale". Il percorso di Paul è abbastanza lineare e si basa per lo più sulla razionalità e sulla forza della volontà. Non è un eroe tutto forza fisica (alla Stallone o alla Schwarzenegger), la sua supremazia si basa sull'autocontrollo, sulla rapidita e sicurezza di decisione. Nonostante momenti di tensione o titubanze che lo rendono umano, può apparire fondamentalmente una persona piuttosto fredda e distaccata, abbastanza convenzionale nei suoi comportamenti, soprattutto nel finale quando appare solo un capo-popolo mosso da sete di vendetta e di potere. Il film glissa sul suo ruolo pratico, per restare sempre nel campo del mitico. Del resto in questo film si accetta la convenzionalità propria delle fiabe o delle storie popolari. L'eroe positivo è buono, giusto e bello, i personaggi negativi sono brutti, viziosi e crudeli. Qualcosa di normale e accettato una volta, meno credibile oggi. Lynch però intercala le vicende del protagonista con visioni, sogni, immagini simbolo e usa una scenografia e una cromia molto affascinanti. Peccato per alcuni effetti speciali o ricostruzioni in studio troppo evidenti come tali. Sono specialmente gli interludi onirici, abbinati alla tensione sulle sorti dei protagonisti che intrigano nel film. Bene gli attori. Assolutamente inutile il personaggio interpretato (male) da Sting.