amterme63 7 / 10 29/06/2011 23:08:41 » Rispondi Buona commedia. La prima parte scorre in maniera descrittiva, decisamente noiosa. La seconda parte invece coinvolge tutti i personaggi presentati, annoda tutte le storie sparse della prima parte e imbastisce una progressione emotiva a base comica, molto coinvolgente e divertente. Il finale poi è la ciliegina sulla torta, decisamente la scena più bella del film. Ma si sa, i film senza pretese (come questo in fondo lo è) sono quelli che comunicano di più sulla mentalità di un epoca. Ecco quindi un altro documento del profondo cinismo individualistico che caratterizza gli anni '90 nei paesi anglosassoni. Anche se alla lontana, a me questo film ha fatto venire in mente "I soliti ignoti". In comune i due film hanno il fatto che i protagonisti sono un gruppo di compagni-amici di bassa estrazione sociale. In entrambi i film si usa l'ironia verso i protagonisti per renderceli più simpatici, più simili a noi, quasi a nobilitarli. Nel film di Monicelli veniva fuori però un ritratto sì di malviventi, ma anche di esseri umani pieni di solidarietà reciproca, amicizia, rispetto verso gli altri, insomma dotati di un codice etico molto forte, a cui credevano. Alle vicende riguardanti il colpo si mescolavano problemi esistenziali e pezzettini di realtà sociale. Era quindi lo spaccato di un epoca in cui si pensava a chi era caro più che a se stessi, dove il comportamento individuale era volutamente sottoposto a regole generali universali. In "Lock and Stock" viene invece fuori un mondo in cui ognuno pensa solo a se stesso, dove esiste solo la legge del più forte e il potere del denaro e dove l'individuo afferma la propria supremazia su qualunque norma etica tramite l'uso della violenza. Il regista ritrae questo stato di fatto ma in qualche maniera cerca di prenderne le distanze. Prima di tutto usando un trattamento stilistico grottesco ed estraniante, infine con la soluzione finale dell'autoeliminazione che ha però il sapore accomodante e forzato dei film classici. Il tono da commedia smorza molto, però il degrado sociale e individuale generale rimane. L'individualismo e l'indifferenza verso gli altri la fanno quindi da padroni. C'è una scena che mi ha colpito: un uomo esce infuocato da un locale e i nostri protagonisti lo guardano incuriositi e proseguono indifferenti come se nulla fosse. E' vero che è una scena comica, ma i protagonisti de "I soliti ignoti" in questo caso si sarebbero comportati in maniera diversa, avrebbero avuto un altro "istinto". L'individualismo sta anche nel fatto che non esiste l'amore. La propria vita non la si divide con nessuno se non con la propria gang. Il film è rigorosamente maschile, nessuno ha una relazione fissa con una donna (magari prostitute o donne da usare), l'amore (cioè il sesso) è solo raccontato, mai vissuto. Nonostante l'ambiente di fatto omoerotico, l'omosessualità è vista come il fumo negli occhi, la peggior disgrazia che si può augurare a qualcuno. L'unico legame che "regge" è quello del sangue. Il rapporto padre-figlio è l'unico che ha grandissima importanza, ma anche qui c'è la stridente contraddizione fra norma e azione. Si insegna un comportamento per poi smentirlo nei fatti. I padri vorrebbero che i loro figli restino lontani dalla brutta vita, siano educati, ma allo stesso tempo mostrano loro un mondo e un modo di fare che li porta su tutte altre strade. Brutta epoca questa, in cui ci tocca ridere in questa maniera.