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HEREAFTER regia di Clint Eastwood

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Invia una mail all'autore del commento pompiere     9 / 10  18/01/2011 16:08:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cosa accade dopo la morte? Ci sarà un blackout totale, una via intermedia, un paradiso, un inferno… Si potranno incontrare gli altri, scambiare quattro chiacchere al bar o sarà tutto un rimestare e tormentare di coscienze giusto per farci un po' di male, per espiare colpe, per sentirci solidali. Ma soprattutto, perché ci poniamo la questione? Spesso ha più spazio il pensiero della morte, e il tempo che dedichiamo a prevenirla, stigmatizzarla, fuggirla, della vita stessa.

A San Francisco abita il sensitivo Matt Damon che ha più contatti con l'aldilà dello Zuckerberg facebookiano. Per fortuna, qui non c'è l'anonimo lavoro registico di Fincher nel "social network" di cui sopra, bensì uno spirito collaborativo che somiglia molto a quello che c'è di solito tra padre e figlio (Eastwood e Damon). Ciò traspare nelle grigie giornate della vita da operaio medio di George Lonegan, che indossa l'elmetto come volesse tenere a riparo i propri pensieri da una collettività che lo ha aggredito troppe volte per un dono che non avrebbe mai voluto ricevere.

Costruito su un'asse geografica che unisce la città californiana a Parigi e a Londra, "Hereafter" ha probabilmente la sua parte più debole nei risvolti giornalistici ed editoriali percorsi dalla sezione francese; poco convincenti i tira e molla tra un lavoro in tv e uno da scrittrice per l'eterea e un po' inconsistente attrice belga Cécile De France, prima disinvolta e indifferente occidentale e poi buggerata da uno spietato partner opportunista che non vede "nell'aldilà" del proprio profitto.
Marcus (l'espressivo e spontaneo Frankie McLaren), il ragazzino londinese che conserva l'approccio più puro verso l'elaborazione del lutto e la sua spiritualità, viene diretto con la serena e consueta magniloquenza propria di Clint, mentre ricerca la sua anima… gemella. Alla faccia di una società che va di corsa e che cerca di riorganizzare con troppa urgenza ciò che andrebbe lasciato assimilare dal tempo.

La drammatica attualità e la cronaca irrompono nella narrazione con un tono e un contenuto che prendono le distanze dal reportage, e che spingono oltre l'orizzonte introspettivo, verso un lido di quiete e di sopravvivenza non proprio casuale (la trascuratezza di un regalo negato alla prole da una parte, e un cappellino volato provvidenzialmente via dall'altra).
E così scopriamo che la Morte non è poi così distante dall'Amore, quando la prima può essere spiegata attraverso le tracce e i gesti lasciati dal secondo, in un imprinting quasi invisibile e tuttavia conscio, che fa rivivere chi non c'è più attraverso le persone che gli sono state più prossime. Commovente e solidale storia che ci corteggia a più riprese fino a che con cadiamo in ginocchio ai suoi piedi, innamorati da cotanta bellezza dello sguardo, "Hereafter" ha il pregio della lucida fondatezza e, percorso da solitarie e predestinate analogie, ci conduce a un'abbagliante genuinità.