Steppenwolf 9 / 10 04/12/2010 09:14:57 » Rispondi Riporto in spoiler il commento di questo CAPOLAVORO, limitandomi in questo spazio ad elogiare le performance strabilianti di Dirk Bogarde e quella validissima di James Fox.
IL FASCINO AMBIGUO DELLA SERVITU': Questo film, capolavoro di Losey del '63, è uno dei film più curati nello stile e che maggiormente rasentano il grado di perfezione artistica, trattando al contempo tematiche estremamente importanti e suggestive. La trama, il cui spessore passa in secondo piano(il vero obiettivo è l'enucleazione di temi molto interessanti) può essere facilmente esposta: un nobile inglese, ricco di nascita, Tony, un giorno decide di assumere un servo, Hugo Barrett. Costui, presentatosi come ottimo cameriere e cuoco sopraffino, nonostante la sua servilità desta subito i sospetti della fidanzata di Tony(Susan), preoccupata dai suoi modi di fare, convinta che nasconda qualcosa. L'apparentemente innocuo Hugo convince il suo padrone ad assumere come cameriera Vera, spacciandola per la sorella(ma che dopo poco scopriremo essere la sua amante), con il preciso intento di farlo sedurre da lei e dunque "incastrarlo". E infatti non ci metterà molto a convincere il padrone e ad ingegnare un diabolico piano per far sì che i due restino da soli in casa. Una volta sedotto il padrone, alla coppia di "servi" non resta altro da fare che giocare a carte scoperte, e a rivelare la loro relazione. Inutili saranno i tentativi di Tony di riprendere possesso della casa ormai divenuta proprietà dei due diabolici amanti e nonostante Hugo deciderà di andarsene, la vita del suo "padrone" è stata definitivamente rovinata, trascinata nel baratro dell'alcolismo. Il malconcio nobiluomo inglese, che è stato abbandonato dalla sua donna, vive ormai solo e trasandato. Si lascia abbindolare da Hugo, incontrato per "caso" in una bettola, e lo riassume, per necessità più che per pietà. I rapporti sono ora ribaltati: è ormai il padrone ad essere divenuto il servo. Il nobile inglese, ridotto sempre ad uno stato più infimo, è ormai finito preda delle smanie di Barrett. L'epilogo del film è agghiacciante. Ad un "festino" organizzato da quest'ultimo parteciperà anche la sua ex-donna, Vera(che aveva detto di aver cacciato per farsi riassumere da Tony, ma che scopriremo essere stata sempre in combutta con lui)e per caso la stessa donna di Tony, Susan, che cederà al fascino ambiguo di Barrett. Cosa voleva dirci Losey con questo film? Innanzitutto vuole mostrare una borghesia decadente, prossima allo sfacelo, la cui ora è ormai segnata, come mostra emblematicamente l'ultima inquadratura, con un "doppio" orologio, il cui significato è palese. A questa borghesia, non resta altro che l'ebbrezza delle droghe, dell'alcol, per sostentare se stessa, per andare avanti, mente la Storia continua come un freddo meccanismo a scandire le tappe conclusive di una classe sociale e quelle progressive di un'altra. La borghesia esercita il proprio potere in maniera passiva, per titolo conferito, non è attiva, non è in grado di sostentare la propria stessa condizione. Il potere che esercita lo esercita per eredità e tutti i progetti sono destinati ad apparire troppo assurdi(come quello di Tony di colonizzare parte dell'Africa)ed inevitabilmente al fallimento, ancor prima di poter essere attutati. E' dunque inevitabile il crollo di questa borghesia decadente ed il meschino(ma si può parlare davvero di meschinità? Non con questo film di certo!)Hugo, accortosi della debolezza del proprio antagonista, non faticherà molto a trarne profitto. Gli sarà sufficiente inserire un terzo elemento, Vera, per squilibrare la situazione. Vi è dunque una lettura hegeliana da parte di Losey(attinta dalla "Fenomenologia dello spirito"): si tratta della dialettica servo-padrone, quella alla base dell'analisi marxista della società. Per farla breve si può dire che esiste una complementarità(anzi, come sottolineavo prima, una NECESSITA')tra il servo ed il padrone. Il ruolo di "servo" e quello di "padrone" possono infatti essere esercitati solo in virtù dell'esistenza della rispettiva controparte: dunque, molto logicamente, il servo esiste solo in presenza di qualcuno che lo assoggetti, di un padrone, cioè. Anche in presenza di un drastico ribaltamento, come avviene nel film, e cioè quando il servo diviene padrone e viceversa, continuerà ugualmente a prevalere la necessità di entrambi! Ed è quindi facile capire come tra Tony e Hugo esista, e alla fine traspare, un rapporto morboso che li lega e che a tratti sfocia nell'omosessualità: ancora una volta, l'impeccabile ed essenziale regia di Losey, nega ogni cosa che vada oltre il semplice accenno, limitandosi a suggerire. Si tratta di un'analisi al tempo stesso politica, sociale E psicologica, dell'affresco di una borghesia in fin di vita, della presa di coscienza da parte della classe dei lavoratori e appunto del ribaltamento dei ruoli. Il film si presta al tempo stesso ad una lettura anche più semplicistica: è impossibile liberarsi del "male" che è sempre ingannevole e seduttore e non ci lascerà fin quando non avrà ottenuto la nostra testa. "Bene" e "male" sono, ad ogni modo, due facce della stessa medaglia, che trovano valore non nella semplice opposizione, ma nella sintesi, nella dialettica di stampo hegeliano. Il film in sé parla dunque della necessità dei contrari e del fascino del male, ma è tutto sommato limitativo ridursi ad una spiegazione del genere. Il film parla in realtà di classi sociali ed è perfetto nel ritrarre l'ambiguità, il dualismo dei suoi personaggi e nel farlo evita ogni tipo di sbavatura o di palese giudizio morale, mantenendo un ritmo mai privo di tensione, ma compassato, fino al tremendo finale barocco, attesa esplosione di perversione e del malessere che muove, forse entrambe, le classi sociali.
amterme63 06/02/2011 22:14:25 » Rispondi Mi sono imbattuto per caso adesso in questo tuo "commento". Sei bravissimo Steppenwolf. Ti devo fare davvero tanti complimenti. Perché non hai proposto queste considerazioni come recensione? Quello che hai scritto lo è a tutti gli effetti. Pensaci. Sarebbe un piacere leggere considerazioni approfondite sui film da parte tua.
Steppenwolf 17/02/2011 02:13:18 » Rispondi Pardon, ho letto solo ora il commento! Grazie mille per i complimenti, anche se in effetti non credo siano meritatissimi! Sulla recensione penso che si potrebbe fare... magari faccio qualche modifica e vedo di ampliarlo un po'! Fammi sapere! : )
amterme63 17/02/2011 22:57:44 » Rispondi Uh! Sarebbe bello se tu lo facessi. Scrivi veramente bene e esponi considerazioni molto interessanti. Quando l'hai scritta, manda la recensione a: collaboratori[at]filmscoop.it Quasi sicuramente te la pubblicano e così farai conoscere le tue idee e le tue impressioni a più persone.